I timori per la profezia Maya frenano il rimbalzo di Piazza Affari

TRIESTE – La fase di mercato alla quale stiamo assistendo è dominata dai “timori” in senso lato, che generano ed alimentano un’indecisione a sua volta responsabile di dinamiche poco chiare, caratterizzate da brusche ed improvvise oscillazioni da un segno al suo opposto.

In balia dei sentimenti che inevitabilmente incidono sulle scelte alla base dei processi di compravendita le Borse, per loro definizione luoghi d’incontro tra una domanda ed un’offerta disciplinate da rigidissime regole, riflettono con il loro andamento l’umana mutevolezza ed i timori che l’accompagnano, ivi compresi i catastrofismi da fine del mondo che, per gli investitori globali, si concretizzano nello stop delle trattative tra Democratici e Repubblicani per evitare il “fiscal cliff” (baratro fiscale) negli Stati Uniti.

Così, dopo un’intera settimana trascorsa all’insegna della positività, guidata dalle performances dei bancari a ben otto sedute consecutive al rialzo, oggi Piazza Affari ha segnato il passo sin dall’apertura, timorosa che i dati sulla salute dell’economia a stelle e strisce previsti per la giornata odierna possano vanificare la ripresa americana, frenando di rimbalzo anche le Borse del Vecchio continente.
Ai positivi dati comunicati dal Dipartimento del Commercio USA riguardanti l’aumento dei redditi e delle spese degli Americani, degli ordini dei beni durevoli e del miglioramento dell’indice sulla fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan, si sono però contrapposti il calo delle contrattazioni a Wall Street (Dow Jones Industrial -0,82%, Nasdaq -1,07%) e le vendite sui bancari a Milano, con Montepaschi in forte caduta sulle perplessità espresse dalla BCE (Banca Centrale Europea) sui termini dell’annunciata emissione di “Monti Bond”; male anche Unicredit ed Intesa SanPaolo.
Torna a crescere lo spread tra il Btp ed il Bund con scadenza a dieci anni, con la differenza di rendimento tra il titolo italiano (Btp novembre 2022) e quello tedesco che è salita a 310 Bp (Basis point, punti base) rispetto ai 300 della chiusura di ieri; il rendimento del decennale si è così riportato prossimo al 4,5%, con un aumento anche dello spread tra i titoli con scadenza a due anni, ora all’1,9%.

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