L’effetto voto penalizza in chiusura una Piazza Affari ad alta volatilità

TRIESTE – Dopo la pesante debâcle registrata nella seduta di giovedì scorso, l’ottava di Borsa compresa tra il 18 ed il 22 febbraio si è chiusa con una flessione dell’indice FTSE Mib dell’1,56%, corrispondente ad una performance negativa da inizio d’anno pari allo 0,25%.

La nuova settimana borsistica si è aperta invece all’insegna del rialzo, anticipato dai mercati asiatici con la nomina a Governatore della Bank of Japan, data pressoché per certa, di Haruhiko Kuroda, noto per le proprie posizioni favorevoli ad una politica monetaria fortemente espansiva, e confermato dal positivo avvio di Piazza Affari e delle principali Borse europee in attesa di conoscere il risultato delle elezioni politiche, considerate un passaggio importante non solo per il popolo italiano, ma anche per la stabilità del progetto europeo, soprattutto alla luce di impegni assunti e vincolanti per ogni Paese come il pareggio di bilancio e la possibile unione bancaria.

Al di là di quello che sarà l’esito della tornata elettorale, la strada verso una maggiore coesione fiscale degli stati europei sancita dal “fiscal compact” (che indica, tra l’altro, l’impegno ad avere un deficit statale entro limiti prestabiliti e che detta il processo di riduzione del debito pubblico), ormai inserito nella Costituzione italiana, non potrà essere messa in discussione; quanto alla crisi finanziaria globale del 2007 trasformatasi in crisi dell’Eurozona, per rimanere nell’Euro ed averne benefici l’Italia dovrebbe perseguire pochi ma fondamentali obiettivi: un bilancio pubblico in pareggio, un’amministrazione pubblica onesta ed efficiente, riforme che aumentino il potenziale di crescita.
Mentre nel week end l’agenzia Moody’s ha ridotto a sorpresa il rating sul debito sovrano della Gran Bretagna da “Aaa” ad “Aa1” giustificando il taglio con lo prospettive di crescita economica deboli nel medio termine, stamani l’Istat ha comunicato che a gennaio 2013 la bilancia commerciale italiana con i paesi extra Unione Europea ha più che dimezzato il proprio deficit; diffusi anche i risultati delle aste dei titoli di Stato italiani, con il rendimento del CTZ (Certificato del Tesoro Zero coupon) che è tornato a crescere sfiorando l’1,7%.
Sul fronte del debito sovrano inizio di settimana positivo anche per gli spread, con il differenziale tra titolo italiano (Btp novembre 2022) e tedesco sceso sotto i 270 Bp (Basis point, punti base) rispetto ai 289 della chiusura di venerdì, facendo scivolare la resa del decennale al 4,3%.
A Piazza Affari i titoli del comparto bancario, uno tra i più sensibili alle vicende politiche del Paese in virtù dell’elevata quota di debito pubblico detenuta nei portafogli degli istituti e della loro sensibilità al ciclo economico, si sono mantenuti in forte progresso sulla scia delle ottime performances registrate venerdì scorso: in miglioramento del 3,02% Unicredit, Intesa SanPaolo in crescita dell’1,41%, +0,31% per Montepaschi, anche se in giornata l’istituto toscano era arrivato a guadagnare oltre il cinque per cento.
Fortissimo nervosismo in chiusura a Milano quando le prime proiezioni hanno cominciato a tratteggiare un quadro politico molto incerto, facendo così esaurire il rally che in mattinata aveva portato molti titoli a venir sospesi per eccesso di rialzo; Piazza Affari chiude in frazionale ribasso (FTSE Mib -0,04%, FTSE Italia All-Share -0,50%), con Parigi (+0,01%) e Londra (-0,16%) attorno alla parità e Francoforte (+0,93%) positiva.

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