Mentre l’UE salva Cipro, Moody’s affonda Piazza Affari

TRIESTE – Mentre la nuova ottava si apre con il via libera dell’Eurogruppo al sofferto piano di aiuti per Cipro, la settimana di Borsa conclusasi lo scorso venerdì è stata caratterizzata  da una sostanziale tenuta degli indici, duramente messi alla prova dagli alterni episodi della crisi di Nicosia: il FTSE Mib, il più significativo   indicatore che ricomprende le prime 40   società   italiane ed estere quotate ed a maggior capitalizzazione sui mercati gestiti da Borsa Italiana, ha registrato una frazionale flessione dello 0,1%, corrispondente ad un ribasso complessivo da inizio anno pari all’1,4%.

La principale notizia di quest’oggi riguarda l’accordo raggiunto a notte fonda, dopo una maratona negoziale durata quasi dodici ore, tra il presidente Nicos Anastasiades e la Troika (UE, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) per salvare Cipro dalla bancarotta. In estrema sintesi, l’accordo consiste nella ristrutturazione della Laiki Bank, la seconda banca del paese, facendo confluire nella Bank of Cyprus, il primo istituto di credito cipriota, i depositi sotto la soglia dei 100mila euro mentre quelli di entità superiore, con buona pace dei Russi, saranno congelati fino a ricapitalizzazione avvenuta e, secondo quanto indicato dal portavoce del governo Christos Stilianides in un annuncio alla radio di Stato, successivamente sottoposti ad un prelievo forzoso di circa il 30% del loro , da convertire in obbligazioni statali.
Il salvataggio di Cipro ha contribuito a rafforzare la moneta unica, fattore che ha influenzato positivamente i titoli giapponesi maggiormente legati al commercio internazionale, portando in rialzo la Borsa di Tokyo ed i mercati asiatici; seduta contrastata invece per i listini cinesi a causa delle forti perdite riportate dal comparto delle telecomunicazioni, con Shanghai in frazionale ribasso (-0,06%).
Apertura di ottava all’insegna della negatività per Piazza Affari che, dopo il positivo avvio di Wall Street, si differenzia dalle principali Borse europee (Francoforte e Londra -0,18%, Parigi -0,81%) per la peggior performance (FTSE Mib -2,05%, FTSE Italia All-Share -2,13%): oltre alla diminuzione dell’indice della fiducia dei consumatori ed il marcato calo delle esportazioni comunicati dall’Istat, pesano i timori di un possibile nuovo taglio del rating dell’Italia da parte di Moody’s, a seguito dell’incertezza politica legata alla nascita del nuovo Governo.

Sotto ai riflettori le difficoltà dei titoli del settore finanziario: il Banco Popolare è stato sospeso per eccesso di ribasso dopo un calo teorico del 5,1%, così come è stata sospesa UBI Banca; Monte dei Paschi di Siena, dopo nuove voci di indagini su altri prodotti derivati riconducibili alla precedente gestione dell’istituto, è scesa dell’1,96%, Intesa SanPaolo ed Unicredit hanno ceduto il 5,72% ed il 5,86% rispettivamente.
Sul fronte del debito sovrano il buon esito del collocamento della terza tranche dei Btp settembre 2018 indicizzati all’inflazione, che ha beneficiato di un forte aumento del tasso di copertura (cioè il rapporto tra quantitativo di titoli richiesti rispetto a quello dei titoli offerti) passato a 2,01 dall’1,38 dell’asta di fine gennaio, ha contribuito all’odierna flessione dello spread tra il Btp e il Bund con scadenza a dieci anni: la differenza tra il titolo italiano (Btp novembre 2022) e quello tedesco è scesa a 305 punti base (315 la chiusura dello scorso venerdì), fissando il rendimento del decennale al 4,45%. Sulla parità lo spread tra i titoli con scadenza a due anni, con un rendimento del Btp che si mantiene sotto l’1,8%.
Da segnalare infine una dichiarazione dell’ultim’ora del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, secondo il quale il piano dedicato all’isola cipriota dovrebbe rappresentare un “format” anche per altri mercati periferici della zona euro, in un’ottica «di spostare dal settore pubblico a quello privato l’onere del salvataggio».

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