Saccomanni scalda Piazza Affari e gela lo spread; bene l’asta Btp

TRIESTE – L’ultima seduta della precedente ottava si è chiusa sulla debolezza di Wall Street, tradita da dati economici inferiori alle attese: dal Prodotto Interno Lordo (PIL) alla fiducia dei consumatori americani (indice Michigan), tutte le rilevazioni hanno registrato un sensibile calo rispetto alle stime degli analisti, evidenziando come, nonostante il deciso intervento della Federal Reserve, la prima economia del mondo abbia imboccato un sentiero di crescita lenta.

Una situazione che, unitamente alle cattive trimestrali societarie ed ai negativi segnali provenienti dai paesi del Vecchio Continente, ha contribuito a far prevalere le vendite sui listini europei, tutti in calo, mentre l’ottimo esito dell’asta italiana dei Bot semestrali, che ha registrato tassi in forte ribasso, ha agevolato il mantenimento dello spread attorno a valori tutto sommato positivi.
Nel frattempo in Spagna il peggioramento delle stime sull’economia ed un tasso di disoccupazione da record, al quale andrebbero collegate anche le rilevazioni statistiche di Francia ed Italia, è stata costretta a rimandare al 2016 l’obiettivo di un deficit al 3% del PIL, una misura definita «coerente con l’attuale analisi tecnica effettuata dai servizi della Commissione» UE, scelta ripresa anche dal Portogallo, in attesa di un ulteriore anno di slittamento, e dalla Francia. Emerge dunque in maniera sempre più evidente la spaccatura tra coloro che vorrebbero proseguire sulla via dell’austerity e quanti invece, come il commissario all’Economia   Olli Rehn, chiedono un allentamento della morsa: ironia della sorte, questi ultimi potrebbero includere anche l’Olanda, uno dei pilastri di quel “fronte del nord” eternamente contrario alla flessibilità nell’applicazione delle regole sui bilanci, che sta incontrando enormi difficoltà a far quadrare i propri conti ed impegni.
Un contesto estremamente incerto dunque, tale da portare l’agenzia di rating    Moody’s a non escludere che anche il Bel Paese possa essere costretto a chiedere l’aiuto di Unione Europea e BCE (Banca Centrale Europea) in conseguenza de «l’elevato rischio che l’Italia possa perdere la fiducia degli investitori e l’accesso ai mercati privati del debito in seguito allo stallo politico e all’incertezza sulla futura direzione politica, così come al rischio contagio» dagli altri paesi della periferia dell’Area Euro, quadro complicato anche dalla debolezza del sistema bancario e dal credito «limitato e costoso» per le piccole e medie imprese, «motore di crescita dell’economia italiana».
L’ottava appena trascorsa ci ha dunque lasciato in eredità un mercato azionario di nuovo in ripresa (gli indici hanno terminato tutte le sedute con segno positivo) ed uno obbligazionario con prezzi ai massimi e rendimenti ai minimi (minimo storico sui Bot a 6 mesi). La settimana che prende avvio oggi si focalizzerà invece sulla riunione del Federal Open Market Committee (FED) di mercoledì prossimo, con ogni probabilità l’appuntamento di minore impatto, il meeting della BCE  di giovedì, che lascia presagire un possibile taglio del tasso di rifinanziamento di 25 punti base (dallo 0,75% allo 0,50%) a causa della vacillante ripresa economica, ed infine i Non Farm Payrolls ed il Tasso di Disoccupazione americani di venerdì, difficilmente prevedibili.
Per quanto riguarda i mercati asiatici, apertura di settimana caratterizzata dalla chiusura per festività delle Borse di Tokio e Shanghai; seduta odierna all’insegna della positività sulle speculazioni circa le prossime decisioni dei banchieri centrali, con Hong Kong piatta e senza stimoli e Sydney positiva (+0,5%) grazie alla buona intonazione dei bancari.

Per quel che riguarda Piazza Affari il listino promuove il Governo formato da Enrico Letta, grazie soprattutto al nuovo ministro dell’Economia, quel Fabrizio Saccomanni ex direttore generale di Bankitalia, molto vicino al numero uno della BCE Mario Draghi: gli esperti si aspettano un minore utilizzo della leva fiscale (cosa necessaria in Italia) ed una maggiore attenzione alle misure per favorire la crescita economica. Il discorso del neo premier alla Camera dei Deputati fa salire Milano (FTSE Mib +1,86%, FTSE Italia All-Share +1,70%), mentre Londra avanza dello 0,3%, Francoforte dello 0,47% e Parigi dell’1,01%.
A Piazza Affari in evidenza Mediaset (+4,31%), Luxottica (+3,97%), A2a (+3,81%) e Telecom (+3,7%), insieme alle banche (soprattutto Mps +5,26%) ed alle azioni di società gravate da pesanti debiti, che festeggiano la riduzione dei tassi di interesse e il calo dello spread; sotto pressione Bpm (-3,41%), dopo che l’assemblea di sabato ha bocciato il voto online e l’ipotesi di trasformazione in Spa si fa più lontana; in difficoltà anche Fiat (-1,49%) alle prese con i conti Chrysler.
La nascita del nuovo Esecutivo ha allentato anche la tensione sui nostri titoli di Stato favorendo la contrazione dello spread tra BTP (novembre 2022) e Bund con scadenza a dieci anni, scesa sotto i 275 Bp (Basis point, punti base) dai 286 punti della chiusura di venerdì: nel corso della giornata il differenziale ha oscillato tra i 265 e i 278 punti, riportando il rendimento del decennale al 3,95%; in flessione anche lo spread tra il Btp e il Bund tedesco con scadenza a due anni, la cui cedola è scesa sotto l’1,45%.
Occhi puntati anche sull’odierna asta di titoli di Stato domestici, che ha registrato rendimenti in forte calo rispetto al precedente collocamento di marzo; l’ammontare offerto si è collocato al massimo della forchetta indicata dal ministero dell’Economia e delle Finanze (3 miliardi di euro), con un tasso di copertura (rapporto tra titoli richiesti e titoli offerti) pari ad 1,36, in aumento rispetto all’1,22 di fine marzo: secondo il parere degli addetti ai lavori, la capacità del Tesoro di finanziarsi a tassi sensibilmente più bassi con una domanda in crescita è indice del fatto che in Italia sta ritornando la fiducia.

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