Avvicendamento al vertice Fed. I mercati cercano la continuità

TRIESTE –  Segnali di continuità tra l’ottava chiusasi venerdì scorso e quella che prende avvio oggi grazie alla performance del FTSE Mib, il più significativo indice azionario che ricomprende le 40 società a maggior capitalizzazione sui mercati gestiti da Borsa Italiana: nella settimana appena conclusasi ha registrato un guadagno del 2,94% che ha portato il rialzo da inizio anno al 7,83%, cui fa seguito l’ottima partenza odierna favorita dai positivi sviluppi della crisi siriana.

Di buon auspicio anche le parole che giungono da Mario Draghi, presidente della BCE (Banca Centrale Europea)in visita a Berlino per la partecipazione al convegno «L’Europa e l’euro, un affare di famiglia», riguardo al miglioramento della situazione economica dell’Eurozona, ancora perfettibile quanto a competitività, credito bancario, crescita e occupazione. «I rischi sistemici sono calati a livelli precedenti al 2011» ha dichiarato, anche se «Il livello medio del debito nell’Eurozona è ancora molto alto, a circa il 90% del PIL: gli sforzi di consolidamento devono proseguire nei prossimi anni»; proprio per favorire questo processo il numero uno dell’Eurotower ha ribadito per l’ennesima volta che i tassi di interesse di riferimento rimarranno «sui livelli attuali o inferiori per un prolungato periodo di tempo».

Posto che la situazione finanziaria dell’Area Euro sta migliorando, non bisogna però dimenticare che l’attuale condizione dei mercati finanziari rispecchia non una ripresa economica generalizzata ma soltanto agli inizi, fragile e con una disoccupazione ancora troppo elevata: da qui il consiglio di Draghi di «rafforzare l’Eurozona attraverso politiche sostenibili, una maggiore competitività e istituzioni comuni più forti».

Situazione ben diversa da quella vissuta negli Stati Uniti dalla Federal Reserve, la banca centrale americana, in riunione da domani per una due giorni per decidere del così detto “tapering”, la riduzione degli acquisti di titoli fissata attualmente a 85 miliardi di dollari al mese per fornire liquidità al sistema e fronteggiare la stretta creditizia: stante la consolidata ripresa a stelle e strisce le attese sono per un taglio di soli 10 miliardi di dollari al mese, un importo che dovrebbe essere già stato scontato dai mercati. 

Sempre in tema di Fed, l’odierna notizia del ritiro della candidatura di Lawrence Summers come successore di Ben Bernanke, in scadenza di mandato a fine anno, alla guida dell’istituto, che di fatto spalanca le porte alle ambizioni di Janet Yellen, attuale vice presidente: possibile designazione all’insegna della continuità politica e di un approccio più “morbido” rispetto al paventato irrigidimento associato a Summers (peraltro in parte già scontato dai mercati).

Una sequenza di eventi senza precedenti che ha incontrato il favore dei listini, con quelli del Vecchio Continente a rafforzarsi tanto da spingere il Dax, l’indice di riferimento della Borsa tedesca, a registrare il proprio nuovo massimo storico, spalleggiato anche dai dati Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione Europea, sull’inflazione nella Zona Euro, in contrazione dello 0,1% su base mensile ma in incremento dell’1,3% su base annuale, a conferma delle stime preliminari.

Prima seduta della settimana positiva per le Borse asiatiche che, seppur orfane degli scambi con Tokyo (chiusa  per la giornata dei festeggiamenti dedicati agli anziani), guardano con interesse ed ottimismo alla corsa per la presidenza della Federal Reserve: a bilanciare Shanghai (-0,22%) lo strappo nel finale  di Hong Kong (+1,47%) e la soddisfacente performance di Sidney (+0,54%).

Giornata positiva anche per l’Europa, come si è detto, favorita dall’allentamento delle tensioni riguardo alla Siria che hanno fatto raffreddare il prezzo del petrolio dando una spinta ai titoli del comparto aereo; tutte al rialzo le principali Borse continentali: Madrid +0,52%, Londra +0,59%, Parigi +0,92% e Francoforte +1,22%, del cui nuovo record abbiamo già segnalato.

Piazza d’onore per Piazza Affari (FTSE Mib +1,05%, FTSE Italia All Share +0,96%), in una seduta favorevole ai titoli bancari (Unicredit +1,84%, Mediobanca +1,29%, Intesa Sanpaolo +0,99%) e con spunti importanti tra gli editoriali (Mondadori +4,02%, RCS Mediagroup +1,5%); in flessione Telecom Italia (-0,82%), con gli analisti di Citigroup a peggiorarne il giudizio sulla necessità di un aumento di capitale. Tra gli industriali nervosa Fiat (-0,24%), che non è riuscita a rilevare la quota del fondo Veba per il controllo di Chrysler, in recupero Finmeccanica (+1,01%)sulle possibilità di ritorno all’utile ed al dividendo.

Sul fronte del debito sovrano in calo lo spread, la differenza di rendimento tra il Btp ed il Bund con scadenza a dieci anni, portatosi a quota 251 Bp (Basis point, punti base) rispetto ai 260 Bp di venerdì, per un tasso del titolo italiano (Btp maggio 2023) al 4,44%.

Cala anche il differenziale tra Spagna e Germania, portatosi a 247 Bp per un rendimento dei Bonos del 4,40%: rispetto alla chiusura della scorsa settimana il dato implica una riduzione della forbice tra Roma e Madrid a 4 Bp dai precedenti 9 Bp.

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