La dura realtà del femminicidio, espressione del potere diseguale tra donne e uomini

Questo convegno, organizzato dal CUG ENEA, presso la sede legale ENEA il 5 aprile 2013, ha lo scopo di aprire un dibattito costruttivo sull’argomento e di mettere a confronto le figure più rappresentative per contrastare tale fenomeno. In questa iniziativa il CUG è stato affiancato da Actionaid, l’organizzazione internazionale impegnata nella lotta alle cause della povertà e dell’esclusione sociale

ROMA – Il termine femminicidio non nasce per caso, né perché mediaticamente d’impatto. Tale termine, benché cacofonico, rappresenta la violenza perpetrata dagli uomini ai danni delle donne in quanto tali, ossia in quanto appartenenti al genere femminile. Le statistiche italiane sono allarmanti: si è passati da un omicidio ogni tre giorni nel 2011, a uno ogni due giorni nel 2012.

E nella maggior parte dei casi gli autori di questi delitti sono mariti, ex fidanzati e comunque persone appartenenti alla cerchia affettiva delle mura domestiche. Che cos’è l’elemento che accomuna queste donne? Il fatto di aver trasgredito al ruolo ideale di donna imposto dalla tradizione: la donna obbediente, la brava madre, la brava moglie, la “Madonna”, o la donna sessualmente disponibile. E’ importante sottolineare che il femminicidio coinvolge tutte le forme di discriminazione e violenza di genere, che annullano la donna nella sua identità e libertà non soltanto fisica, ma anche psicologica e partecipativa alla vita pubblica. E la prevenzione? Le Nazioni Unite hanno più volte biasimato lo Stato italiano per il suo scarso e inefficace impegno nel contrastare questo tipo di violenza. Nel 2011, il Comitato CEDAW (Comitato per l’implementazione della Convenzione per l’eliminazione di ogni discriminazione sulle donne) ha rivolto allo Stato italiano una serie di raccomandazioni esprimendo forte preoccupazione per l’allarmante numero di donne uccise dai propri partners; per il persistere di tendenze socio-culturali che minimizzano o giustificano la violenza domestica; per l’assenza di rilevamento dei dati sul fenomeno; per le attitudini a rappresentare donne e uomini nei media in maniera stereotipata e sessista. Molti Stati hanno già da tempo provveduto, nei loro codici penali, ad introdurre nuove leggi sullo specifico reato del femminicidio. Si tratta, per esempio, del Messico, del Guatemala, di Costa Rica, del Venezuela, del Cile, e, più recentemente, del Perù e dell’Argentina. In Italia sono stati al momento presentati ben due disegni di legge, che devono ancora seguire il loro iter……

Il convegno di oggi, organizzato dal CUG ENEA, ha lo scopo di aprire un dibattito costruttivo sull’argomento e di mettere a confronto le figure più rappresentative  per contrastare tale fenomeno. In questa iniziativa il CUG è stato affiancato da Actionaid, l’organizzazione internazionale impegnata nella lotta alle cause della povertà e dell’esclusione sociale.
Il mondo culturale, a cui  apparteniamo, non deve rimanere sordo e insensibile davanti al femminicidio ma ha piuttosto il dovere imprescindibile di lottare e sopraffare questo fenomeno di inaudita barbarie. Anche l’ENEA è portatore non solo di cultura scientifica ma anche di cultura sociale, senza la quale non ci si può aspettare uno sviluppo equilibrato e moderno del nostro Paese.

LA LOCANDINA E IL PROGRAMMA

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