Diritti umani. La Conferenza africana dice no alla pena di morte

ROMA – Da anni i Radicali, e in particolare l’associazione “Nessuno Tocchi Caino”, svolgono un lavoro di enorme importanza contro il barbarico istituto della pena di morte e per il progresso civile dell’umanità. La Risoluzione contro la pena capitale approvata dalla Conferenza Africana rappresenta una nuova pagina di progresso e impegno a favore di ogni vita umana.

Qui di seguito, il rapporto redatto da “Nessuno Tocchi Caino” sugli esiti della conferenza” e il testo – sempre diffuso da “Nessuno Tocchi Caino e dai Radicali – della Risoluzione della Conferenza Africana contro la pena di morte. Gruppo EveryOne.

Ruanda, conclusa la Conferenza africana contro la pena di morte
14 ottobre 2011: si sono conclusi oggi nel pomeriggio a Kigali (Ruanda) i lavori della conferenza intergovernativa Africana organizzata dal governo ruandese e da Nessuno tocchi Caino, con il sostegno dell’Unione europea, dell’Unione Africana e della World Coalition against death Penalty.
La conferenza ha adottato una risoluzione, approvata all’unanimita’, rivolta agli Stati africani affinche’ sottoscrivano e sostengano i Trattati e le Risoluzioni internazionali sulla pena di morte e la moratoria delle esecuzioni, con l’impegno da parte dei governi a tradurne i contenuti nelle legislazioni dei propri paesi.
Particolarmente importante e significativa l’indicazione di ispirarsi ai principi di una “giustizia riabilitativa”.
Nelle conclusioni, Elisabetta Zamparutti, deputata al Parlamento italiano e tesoriera di Nessuno tocchi Caino, ha evidenziato come l’abolizione della pena di morte sia “un atto di coraggio politico”, di cui il Ruanda e’ stato un chiaro e nobile esempio, riuscendo ad avere cura delle ragioni delle vittime, attraverso processi di riconciliazione basati su tradizioni africane in grado di dare oggi un contributo importante per l’affermazione dei diritti umani universali e fondamentali.
Le notizie positive emerse nei due giorni di dibattito, in particolare da parte di paesi mantenitori come la Tanzania, il Ciad, il Kenya, lo Zimbawe, la Repubblica Centroafricana, e il lavoro prodotto dalla Commissione Africana per i diritti umani e dei popoli, imprimono una forte accelerazione in quello che ormai si può considerare l’Ultimo Miglio che separa l’umanita’ dall’abolizione totale della pena di morte nel mondo. (Fonti: NtC, 14/10/2011)
Risoluzione della Conferenza africana contro la pena di morte.

Noi, delegati presenti alla Conferenza Regionale sull’Abolizione della Pena di Morte o Moratoria delle Esecuzioni svoltasi a Kigali il 13-14 Ottobre 2011,

Considerando che:
– La pena di morte non fa normalmente parte del tradizionale sistema di giustizia africano;

Ricordando:
– Il positivo esempio del Ruanda che, nel nome della Riconciliazione, ha abolito la pena di morte anche per gli autori dei crimini più gravi come il genocidio;

Considerando anche che:
– Nel settembre 2009, il gruppo di lavoro sulla pena di morte della Commissione Africana sui Diritti Umani e dei Popoli ha organizzato una conferenza sub-regionale a Kigali, Rwanda, per sostenere l’abolizione della pena di morte nell’Africa centrale, orientale e meridionale, ponendo l’accento sulla moratoria delle esecuzioni;

– Nell’aprile 2010, la Commissione Africana sui Diritti Umani e dei Popoli ha organizzato un secondo incontro regionale a Cotonou, riguardante i paesi dell’Africa settentrionale e occidentale, per individuare i mezzi per raggiungere l’abolizione della pena di morte;

Ricordando :

– I diversi strumenti internazionali volti alla salvaguardia del diritto alla vita;

– Che, il 21 dicembre 2010, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) ha approvato una nuova risoluzione in favore della Moratoria Universale sull’Applicazione della Pena di Morte;

– La risoluzione ACHPR/Res 136 (XXXVIII).08 sulla Moratoria della Pena di Morte;

Convinti che:

– Una moratoria sull’applicazione della pena di morte contribuisca al rispetto della dignità umana e al miglioramento e progressivo sviluppo dei diritti umani;

Esortiamo tutti gli Stati Africani:

– A sottoscrivere gli strumenti relativi ai Diritti Umani che proibiscono la pena di morte, vale a dire il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici ed adeguare di conseguenza le legislazioni nazionali;

– A rendere disponibili all’opinione pubblica le informazioni rilevanti relative all’uso della pena di morte e alle alternative a quest’ultima;

– A ridurre progressivamente l’uso della pena di morte e il numero dei reati per i quali può essere imposta;

– A stabilire nel frattempo una moratoria delle esecuzioni in previsione dell’abolizione della pena di morte;

– Ad aspirare ai principi della giustizia riabilitativa, tenendo conto delle esperienze delle vittime;

– A redigere un protocollo addizionale alla Carta Africana dei Diritti Umani e dei Popoli relativo alla pena di morte, dando a tutti gli stati membri della UA che non hanno ancora abolito la pena di morte, la possibilità di adottare uno strumento vincolante per l’abolizione della pena di morte;

– A co-sponsorizzare e votare in favore della Risoluzione per la moratoria mondiale sulle esecuzioni all’Assemblea Generale Onu del 2012.

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