Sinai: l’operazione Aquila consente a decine di ostaggi di sfuggire ai trafficanti

IL CAIRO –  In seguito all’operazione “Aquila”, che ha colpito alcuni dei principali covi di trafficanti e terroristi del Nord del Sinai e ha dato il via a un’azione di distruzione dei tunnel che collegano Rafah alla striscia di Gaza, decine di prigionieri subsahariani sono fuggiti dai luoghi di prigionia.

Alcuni di loro sono caduti in mano alla polizia egiziana e saranno rimpatriati, mentre altri cercano di raggiungere Israele. L’operazione militare ha messo a nudo le relazioni fra i trafficanti del Sinai e i movimenti di resistenza islamica nei Territori, che proprio dai traffici di esseri umani e organi traggono i fondi per acquistare armi e mettere in atto azioni di terrorismo. Ora, in deroga agli accordi di Camp David, che riducevano le possibilità militari dell’Egitto nelle zone al confine con Israele, il governo egiziano ha inviato ad Arish – capitale dei traffici di schiavi e organi nonché principale roccaforte di Hamas e del fondamentalismo armato in Egitto – più di 100 mezzi blindati e 500 fra ufficiali e soldati. Obiettivo dell’operazione è quello di riprendere le redini del Sinai, combattendo i movimenti criminali e il terrorismo che ne hanno il controllo da molti anni.

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