StormFront chiude. E’ giusta la repressione che colpisce i suoi leader?

MILNAO – Abbiamo combattuto contro StormFront e le idee antisemite, razziste e omofobe propugnate dal portale.

Il gruppo neonazista ci ha insultati e inseriti in liste di proscrizione. Oggi StormFront sta per essere smantellato e i suoi leader in Italia arrestati. Da parte mia, ritengo che il portale andava oscurato molto prima. Tuttavia ritengo che qualsiasi reato di opinione vada contrastato attraverso misure educative e non attraverso la vessazione. La giustizia repressiva, che sbatte in carcere chi esprime idee sbagliate, aberranti o incivili crea, nell’immaginario di chi si sente vicino a tali idee, falsi martiri e falsi eroi. StormFront è il prodotto dell’intolleranza propugnata da politici e media. Rappresenta la parte più evidente di una malattia sociale che si chiama intolleranza, antiebraismo, odio contro il diverso. Tuttavia, la sua orrida espressione di ideali inumani va combattuta con la forza della verità e non con la forza tout court. Non vi è differenza fra l’ostilità verso le minoranze manifestata da StormFront e quella che ogni giorno esprimono ministri, parlamentari, sindaci, prefetti, questori. Non vi è colpa minore nei giornalisti che ogni giorno censurano le notizie provenienti dal mondo dei perseguitati, preferendo mostrarsi proni verso le autorità intolleranti. Si chiuda StormFront e si organizzino incontri fra i suoi leader e i leader di organizzazioni umanitarie (a partire dal nostro Gruppo EveryOne, che è parte del movimento internazionale contro il neonazismo “United”), comunità ebraiche, personalità che dedicano la vita alla tolleranza e alla pace. Non si trasformino, al contrario, personaggi privi di spessore morale e civile in modelli da seguire e imitare, regalando loro – attraverso la durezza della repressione –  un’aura di oscura santità che non meritano.

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