KAMPALA – Hanifah è a rischio di deportazione dai Paesi Bassi. Attivista per i diritti umani e in particolare i diritti LGBT in Uganda, ha subito un lutto terribile: suo marito Hussein, infatti, è stato assassinato a causa del suo impegno civile per i gay del suo paese.
In primo grado e in appello, nonostante la campagna civile svolta dal Gruppo EveryOne insieme al St. Pauls Voice Centre di Kampala – che hanno fornito documentazione sul lavoro umanitario della coppia in Uganda e sui pericoli che correrebbe Hanifah se deportata (gli stessi pericoli che correva il marito, evidentemente) – l’asilo è stato rifiutato alla donna. E’ evidente come l’impegno di Hanifah anche nei Paesi Bassi, dove molti profughi gay sono stati deportati, dà fastidio alle autorità. Ora resta solo il verdetto dell’Alta Corte e il rischio di deportazione è altissimo. EveryOne e SPAVOC hanno iniziato una nuova azione, chiedendo alla Commissione Libertà Civili del Parlamento Europeo (che ci ha aiutati in tanti casi), al Consiglio d’Europa, alla Commissione europea, all’UNHCR e all’OHCHR di esercitare la massima pressione sulle istituzioni olandesi affinché non mettano in atto una deportazione che verosimilmente risulterebbe fatale per la coraggiosa attivista africana. Attendiamo con trepidazione le risposte delle istituzioni internazionali e ci prepariamo a una campagna mediatica, per scongiurare il volo della morte verso Kampala.