Milano ascolta i poeti civili: cancellata la norma che prevedeva il sequestro dei cani ai mendicanti

MILANO –  I poeti e gli artisti del Lavinia Dickinson Project hanno anticipato al 20 settembre 2014 la loro performance nell’àmbito del movimento globale 100 Thousand Poets for Change. Non si poteva tergiversare, perché il Consiglio comunale di Milano era in procinto di riunirsi per votare il nuovo Regolamento sugli animali domestici, con la norma che prevedeva il sequestro dei cani – e di qualsiasi altro animale da compagnia – ai poveri e soprattutto ai Rom emarginati sorpresi dalle autorità nell’atto di chiedere l’elemosina.

Facendo seguito all’invio di email e lettere alle autorità milanesi, al governo italiano, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, all’UNICEF, al Parlamento europeo, alla Commissione europea, al Consiglio d’Europa, gli artisti attivisti hanno dato vita ad alcune letture di poesia, accompagnati da un sassofonista romeno e da un flautista peruviano, entrambi musicisti di strada. La performance, seguita da numerosi cittadini, incuriositi e attenti, si è svolta in pieno centro Milano, in Piazza Duomo. Roberto Malini, Elisa Amadori Brigida e Steed Gamero hanno letto poesie rispettivamente dalle loro raccolte “Il silenzio dei violini”, “A rigor di stelle” e “I ragazzi della Casa del Sole”. Quindi hanno improvvisato versi dedicati ai mendicanti, agli artisti di strada e ai Rom emarginati di Milano, chiedendo il rispetto della loro dignità e dei loro diritti. In forma di poesia. L’appello dei poeti attivisti è stato accolto dal Sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dalla sua giunta che, mostrando in questo caso spirito democratico e senso civile, hanno rigettato il nuovo Regolamento. Da parte del Comune, è arrivato un grazie al Lavinia Dickinson Project, al Gruppo EveryOne e ai 100 Thousand Poets for Change, che hanno cercato il dialogo con le istituzioni, portando loro le ragioni dei diritti umani e anche di quelli degli animali: separare un cane dal suo padrone solo perché quest’ultimo è costretto dalla povertà e dall’esclusione a mendicare sarebbe stato un abuso verso tutti e due, uniti per la vita da amicizia e solidarietà. Diverso il parere delle forze politiche di minoranza e in particolare di Forza Italia, che hanno commentato la decisione del Sindaco con queste parole: “La Giunta ha piegato la testa ancora una volta alla Comunità Rom che ha protestato per la proposta del nostro Presidente e Consigliere Comunale di Milano Gianluca Comazzi di vietare lo sfruttamento degli animali usati per l’accattonaggio sostenendo che l’utilizzo degli animali per chiedere l’elemosina sia un loro diritto”. I poeti e artisti Roberto Malini, Dario Picciau, Steed Gamero, Elisa Amadori Brigida, Fabio Patronelli, Marco Mantovani, Paul Polansky, Daniela Malini (che si impegna a Genova per gli stessi obiettivi sociali e umanitari) applaudono il primo cittadino e la giunta milanese. Ringraziano inoltre tutti i poeti e gli amici dei diritti umani che hanno inviato lettere ed email al Sindaco, chiedendo la cancellazione della norma. 

Dopo aver diffuso un comunicato stampa e l’immagine della locandina dell’evento gli organizzatori avevano ricevuto alcune telefonate anonime con insulti e minacce: “Siete la vergogna di Milano, con i vostri accattoni e i vostri Rom. Non fatevi vedere in giro, che nessuno vuole vedervi né ascoltarvi”. Arrivava anche, da un certo Paolo S., una email ben poco amichevole verso i Rom e gli artisti che difendono i loro diritti: “I Rom a Milano non mi sembrano perseguitati, spesso e volentieri fanno i loro comodi. Tra di loro scherzano, forse ci mandano pure a quel paese, sporcano e nessuno le rimprovera. Li trovo pure ai semafori organizzati e arroganti e indisturbati  con le loro spazzole per “pulire” i vetri delle auto. Il comune non è riuscito ad allontanarli, quindi ha dovuto costruire  una recinzione con barriera! A Milano c’è cibo e i Rom non se ne privano per darlo ai loro cani! Quindi  cari Poeti mi sembra fuori luogo quello che scrivete, siete falsi e mi sembrate un po’ patetici. Paolo S.”. 

Riscuoteva invece molta attenzione la lettera aperta di Roberto Malini – a nome di tutti i poeti e gli artisti del Lavinia Dickinson Project / 100 TPC – al Sindaco di Milano Pisapia e al Consiglio comunale:

 

 

Caro Sindaco, immagini di svegliarsi nei panni di un mendicante…

Caro Sindaco di Milano, non firmi la norma del regolamento sugli animali a Milano che prevede il sequestro dei cani a coloro che chiedono l’elemosina. Come Lei sa, negli anni più bui del secolo scorso i mendicanti vennero perseguitati, internati e spesso assassinati dall’intolleranza. Fu allora che tornarono in “auge” i pregiudizi medievali, secondo i quali il mendicante sarebbe una persona infida e immorale, appartenente a un “racket” (allora si chiamava “congregazione malefica”), sfruttatrice di bambini, invalidi e animali. Purtroppo assistiamo oggi a un ritorno di quel pensiero improntato all’odio e al pregiudizio e non a caso le carceri sono piene di mendicanti e Rom emarginati, nonostante i continui appelli da parte dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, della Commissione europea e del Consiglio del’Ue. Anche spiriti illuminati e mentalità aperte sono via via scivolate, spesso, nel rifiuto di chi è povero ed escluso, tanto che sembra di essere tornati agli anni in cui le forze che intendevano “purificare” il mondo dai diversi si affermavano progressivamente, in una società che era considerata la più evoluta del mondo. Mai come allora si parlava e scriveva di diritti umani e civiltà. Da parte mia, nella mia attività umanitaria sono spesso a contatto con i tanto temuti e vituperati “mendicanti”, i quali non sono altro che persone povere, socialmente escluse e capaci – tuttavia – di mantenere intere famiglie, con sacrifici e rischi disumani. Ho accompagnato al pronto soccorso diversi “mendicanti” picchiati brutalmente da intolleranti. Ne ho confortati tantissimi, vittime di insulti e minacce. Ho seguito molti casi di bambini sottratti ai genitori per la condizione di povertà e mendicità, sempre in base a pregiudizi che non hanno fondamento se non in una visione deformata di un mondo che fa paura ai più. Ho evitato, con le ragioni dell’umanità, del dialogo e della verità, che tanti bambini venissero tolti ai loro cari, tanto amorevoli quanto poveri. Le autorità, se correttamente informate, ritrovano a volte una via di vera giustizia che sembra persa nella nebbia, mentre se si diffonde solo il pregiudizio, tutta la società ne è avvelenata. A Milano le famiglie Rom, specie se indigenti, fuggite da paesi come la Romania, in cui sono emarginate, vivono molto male, colpite da sgomberi, allontanamenti, provvedimenti che si abbattono su di loro dolorosamente. Persino la giovane artista Rebecca Covaciu, che tutto il mondo conosce e che ha regalato speranza a tanti giovani con il suo coraggio e il suo talento, vive a Milano nella totale povertà, senza alcun sostegno istituzionale, esclusa dalla società. Sopravvive e studia – fra poco terminerà il liceo artistico – solo grazie ai pochi cittadini che non accettano odio e intolleranza, ma credono nella solidarietà e nel bene. E ora torno al punto con cui ho iniziato questa lettera, Sindaco. So bene che in altre città, come Venezia o quelle amministrate dalla Lega Nord, vigono regolamenti comunali (in realtà anti etici e anticostituzionali, ma Lei sa quanto restano in vita i provvedimenti locali, prima che siano dichiarati tali) che prevedono il sequestro dei cani e di altri animali a chi è costretto a vivere di elemosina. Anche a Vigevano, nonostante le proteste degli amici dei diritti umani, alla fine quella norma è stata approvata (http://www.sivempveneto.it/vedi-tutte/10475-sequestro-cani-utilizzati-per-mendicare-bufera-politica-a-vigevano). Non permetta, Sindaco, che avvenga anche a Milano. Cancelli dal Suo cuore i pregiudizi sui mendicanti che si diffondono da tanto tempo a tutti i livelli, chiuda gli occhi e immagini di trovarsi Lei, Sindaco, senza la Sua posizione, senza una casa, senza poter curare la propria igiene, senza mezzi di sopravvivenza. In mezzo alla strada, circondato da cittadini che non esclamano: “complimenti, signor Sindaco!”, ma “guarda quello! Teniamoci lontani, che sembra proprio un malintenzionato. Ma perché non si trova un lavoro, anziché ridursi così?!”. E pensi ai suoi cari, vestiti di cenci, affamati, spesso al freddo, malati, abbandonati. Non tenderebbe la mano, Sindaco, per dare loro una speranza di vita, aspettando una moneta… un’altra moneta? Non diventerebbe anche Lei un MENDICANTE? Sa chi Le sarebbe accanto (è così da millenni!), in quei duri giorni? Il Suo cane, Sindaco, il Suo amico fedele. E vi vorreste bene e vi dareste reciprocamente speranza. Non pensa che sarebbe una crudeltà ulteriore e insopportabile se i benpensanti e le autorità decidessero che quell’antica amicizia è troppo, per l’essere umano che sopravvive grazie all’elemosina e che dovrebbe essere divisa? Il cane – straziato dalla separazione – in un canile e Lei (sempre nella “realtà parallela” in cui L’ho invitata a calarsi) ancora più solo ed emarginato, con la mano aperta tesa davanti a Sé e nessun amico a confortarLa, a farLe sentire quell’ultimo calore che fino a ieri sembrava diritto anche dei più umili e sfortunati fra gli esseri umani. Ci pensi, caro Sindaco. Roberto Malini 

 

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