Profughi rapiti e torturati in Libia, mentre il mondo sta a guardare

MILANO – I profughi eritrei (e di altri paesi africani) subiscono oggi in Libia quello che prima accadeva nel Sinai. La chiusura delle frontiere di Israele e l’accresciuto impegno delle autorità contro i trafficanti del Sinai hanno spostato in altri paesi i flussi dei disperati che fuggono da guerre e persecuzioni.

I profughi, spesso in giovanissima età, vengono imprigionati, stuprati, torturati dai trafficanti mentre sono al telefono con i familiari. Con queste violenze, i criminali esigono ingenti riscatti. Alcuni funzionari e autorità sembrano coinvolti, secondo le testimonianze delle vittime. I gruppi di profughi vengono poi imbarcati su barconi vecchi e pericolosi. Molti muoiono a causa delle torture; altri perdono la vita in mare: centinaia di esseri umani, di cui i media parlano sempre meno, perché le tragedie dei profughi danno fastidio ai potenti e sembra che non facciano più notizia. Molti ragazzi scompaiono nel nulla. Quando inizia una traversata, i criminali attribuiscono ad alcuni giovani profughi un ruolo fittizio di “scafisti”. Le autorità italiane arrestano questi giovani innocenti e i magistrati li condannano regolarmente al carcere, senza ascoltare i loro disperati proclami di non colpevolezza. La mafia italiana collabora con i predoni. Purtroppo EveryOne Group, che da tanti anni si impegna contro questi terribili traffici, accanto all’organizzazione New Generation Foundation for Human Rights, diretta dall’attivista egiziano Hamdy Al-.azazy, subisce una censura totale da parte dei media. Inoltre, attualmente, né le Nazioni Unite né l’Unione europea muovono un dito, nonostante le due organizzazioni umanitarie abbiano denunciato alcuni dei boss del traffico di migranti fornendo i loro nomi, cognomi e gli indirizzi dei covi. Il denaro compra tutto, anche l’anima della civiltà. Nonostante queste enormi difficoltà, i difensori dei diritti umani di EveryOne Group e New Generation Foundation for Human Rights continueranno a impegnarsi per la giustizia e la vita dei profughi. 
 

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