Ritorno in Romania di una famiglia Rom perseguitata

ROMA –  Paziente cardiopatico lui, oncologica lei. Vivono ormai da quasi vent’anni in Italia: prima a Torino, dove lui ha lavorato nell’edilizia e nella nettezza urbana, poi a Milano, quindi nelle Marche.

Sono Rom romeni della tribù “Pletosh”; hanno 50 anni, ma ne dimostrano 80: terribili vicissitudini li hanno consumati. Dovunque, in Italia, hanno incontrato emarginazione, ostilità, rifiuto. Non hanno mai ricevuto alcun sostegno da parte dei servizi sociali; lei, al contrario, è stata vittima di un rifiuto di assistenza sanitaria a parte di un ospedale e solo dopo una campagna mediatica da parte di EveryOne (osteggiata con ogni mezzo, compreso lo strumento giuridico, dalle istituzioni locali) è stata ammessa alle cure. Lui e lei sono stati più volte oggetto di insulti razzisti e gesti di ostiiltà da parte della cittadinanza e di uomini in divisa. Il loro secondogenito è scomparso in circostanze misteriose, dopo aver protestato più volte, raggiungendo anche il Consiglio d’Europa, contro la discriminazione istituzionale ricevuta dalla sua famiglia e dopo aver denunciato gli abusi contro persone Rom di cui è stato testimone. La figlia più giovane è stata condannata al carcere per un furtarello compiuto quando era ancora minorenne.

 

E’ libera da poco, dopo aver scontato la pena. Hanno subito innumerevoli sgomberi, trovandosi spesso in mezzo alla strada in pieno inverno o esposti all’intolleranza dei cittadini. Nonostante le loro condizioni sanitarie, l’intolleranza dà loro la caccia, costringendoli a una vita sempre raminga, sempre dolorosa. Dopo aver ricevuto denunce e condanne per occupazione di suolo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale, ora lui rischia la prigione: un evento a cui non sopravviverebbe. Il Gruppo EveryOne sta organizzando il ritorno in patria di questa famiglia coraggiosa e vittima di un razzismo senza confini. In Romania troveranno ancora povertà e sofferenze, ma almeno saranno lontani da una nazione che per il popolo Rom – e soprattutto per i Rom dalla Romania – è diventata un luogo di persecuzione. Mentre segnaliamo ancora una volta l’inerzia da parte delle associazioni locali, ringraziamo i cittadini che ci stanno aiutando in questa azione umanitaria che eviterà un’altra tragica ingiustizia.

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