“Money Monster”. Straordinario come il suo red carpet

CANNES (nostro inviato) – Jodie Foster l’attrice. Jodie Foster la paladina delle lotte per la parità di genere. Jodie Foster la regista che con Money Monster è riuscita a far ballare George Clooney davanti alla telecamera e ha portato per la prima volta Julia Roberts sulla Croisette. 

Un grande ritorno ma anche un debutto, Foster torna al Festival del Cinema di Cannes quaranta anni dopo Taxi Driver. Aveva 12 anni e quel ruolo nel film di Martin Scorzese dava inizio a una lunga carriera da attrice, oggi Money Monster – L’altra faccia del denaro la consacra come regista. “È tutto più caotico, allora non c’era il Palais, il tappeto rosso si faceva all’altezza del Carlton, per non parlare delle misure di sicurezza. È davvero un grande onore essere qui e vedere il mio nome accostato a quello di Jarmusch e Almodovar”. 

Ad accompagnarla alla presentazione del film, fuori concorso alla kermesse francese, ci sono George Clooney e Julia Roberts: “Non c’è niente di meglio che essere diretti da un attore che è anche regista – ha commentato il divo veterano del tappeto rosso – Jodie ti lascia i tuoi spazi come attore, ti fa sperimentare anche cose potenzialmente disastrose tipo farmi ballare”. Clooney interpreta infatti Lee Gates, noto broker e celebre presentatore di una trasmissione televisiva finanziaria, Money Monster (tv ispirata più o meno chiaramente al programma Mad Money della CNBC). Mattatore della tv, suggerisce investimenti in diretta fino a quando un ragazzo che ha perso tutti i suoi risparmi seguendo le sue indicazioni irrompe nello studio armato di pistola e giubbotto esplosivo. “Questo film parla della differenza tra informazione e intrattenimento. “C’è del serio cinismo in questi spettacoli”, racconta Clooney. “I presentatori stanno seduti dietro le proprie scrivanie, elargendo consigli su come investire i soldi dello spettatore. E quando lo spettatore lo fa e poi perde i suoi risparmi, il presentatore potrà dire, ‘Beh… sono cose che accadono”.

L’America che ancora cerca di riprendersi dalla crisi economica, l’egemonia della finanza, il rischio del terrorismo, la morbosità con cui si seguono i drammi in televisione, i toni accesi dei talkshow, ed ecco che inevitabilmente scatta il riferimento all’attualità politica: “Donald Trump non diventerà presidente degli Stati Uniti perché non sarà la paura a guidare le scelte degli americani. Trump è il risultato dell’evoluzione del sistema dei media, manca l’approfondimento: avere notizie h24 non vuol dire necessariamente avere più informazioni.”

Accanto a Clooney c’è nuovamente Julia Roberts nel ruolo di Patty Fenn, produttrice del presentatore Gates. Per i due è il quarto film insieme e la complicità si vede, mentre parlano per ogni battuta di lui c’è un sorriso alla Mona Lisa Smile di lei: “Siamo davvero amici nella vita e questo traspare sullo schermo” dice Julia, per la prima volta sulla croisette: “Spaventata? Assolutamente no, al massimo impressionata da questo Festival incredibile, sono tra amici e poi c’è Jodie, il mio scopo fin dall’inizio era farle una buona impressione!”. Alla domanda se farebbe mai anche lei come Foster e Clooney il salto dall’altra parte della telecamera risponde: “Conosco quali sono i miei limiti e soprattutto i limiti della mia pazienza! Non riuscirei a sopportare tante persone che mi chiedono tante cose contemporaneamente. Penso che in questa vita mi limiterò a osservare i grandi registi e a essere grata quando lavoro con loro”. 

Sicuramente superata questa terza prova alla direzione per Jodie Foster. Money Monster ha ritmo, ha la forza di una storia allo stesso tempo straordinaria e verosimile e soprattutto promette uno dei migliori red carpet della sessantanovesima edizione del Festival di Cannes. 

    

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