Chi ha visto le Analisi dei fanghi del porto di Pescara?

Il WWF Abruzzo ha diffidato l’ARTA Abruzzo poiché non ha ottenuto risposta sulle richieste di accesso al fascicolo concernente i risultati delle analisi dei fanghi portuali:”Le leggi sulla Trasparenza sono norme europee”

PESCARA – Dopo le ribellioni di pescatori nasce il giallo delle analisi ai fanghi del Porto Pescarese. Il WWF Abruzzo ha inoltrato la richiesta di accesso agli atti relativi ai campionamenti dei fanghi portuali ma l’ARTA Abruzzo ancora non ha dato risposta facendo scadere il termine dei 30 giorni previsto dalla legge.

L’ARTA Abruzzo non fornisce alcuna risposta circa le richieste del WWF Abruzzo: sia per quanto concerne i dati delle analisi, sia per quanto riguarda la scelta dei punti e le modalità di campionamento,  le attrezzature impiegate, l’accreditamento dei laboratori utilizzati, i riferimenti legislativi e le linee guida sull’argomento utilizzate, i criteri utilizzati per individuare i siti a mare. La richiesta di visionare i risultati di queste indagini sui fanghi di dragaggio del porto era stata inoltrata dal WWF Abruzzo il 14 giugno 2011. Secondo i dati che si evincono dalla stampa si parla di 12 campionamenti su 53. In base alle dichiarazioni di pubblici ufficiali, amministratori e funzionari  i primi esiti erano risultati favorevoli al versamento dei fanghi in mare e nella cosiddetta “vasca di colmata” del molo di levante, ovviamente però si attendevano i dati completi forniti dall’ARTA. La data prevista per la pubblicazione di questi dati doveva essere il 4 Luglio dal momento che il WWF Abruzzo aveva appreso che la società preposta per il monitoraggio ambientale possedeva gli stessi dati sin dal 30 Giugno.

Uno sconcertante silenzio tuttavia ha investito la città di Pescara che ad oggi ancora non sa nulla sui dati relativi ai fanghi portuali. Il silenzio diventa ancora più sconcertante se si pensa che sono anche scaduti i 30 giorni previsti dal DL 195/2005 per quanto concerne l’accesso ai dati in materia ambientale (di recepimento della Direttiva 2003/4/CE). Il WWF dunque ha deciso di denunciare a tutti gli organi di stampa l’accaduto e di diffidare l’ARTA soprattutto a causa del fatto che il fascicolo non è stato reso noto nemmeno dopo numerosi contatti telefonici che rimandavano “da un dipartimento all’altro”.

Dichiara Loredana Di Paola, della sezione regionale del WWF “É estremamente grave quanto sta accadendo perché il diritto all’accesso ai dati ambientali è uno dei principi cardine della trasparenza amministrativa e della stessa vita democratica. I cittadini vogliono conoscere cosa sta accadendo al loro territorio. Registriamo una crescente richiesta di informazione e trasparenza ma dobbiamo constatare, con amarezza, un ulteriore irrigidimento del sistema, che appare sempre più chiuso, quando le norme europee vanno verso un sempre maggiore coinvolgimento delle popolazioni nelle scelte e nei processi che riguardano il futuro dell’ambiente. Basta dire che questi dati dovrebbero, secondo la Direttiva Comunitaria, non solo essere consultabili mediante il tradizionale accesso agli atti ma dovrebbero essere divulgati dagli enti preposti in maniera proattiva sui propri siti WEB! Siamo lontani anni-luce dagli standard europei”.

Il WWF ha diffidato L’ARTA Abruzzo ad ottemperare alle previsioni del decreto 195/2005 sulla trasparenza dei dati in materia ambientale e si riserva ulteriori iniziative  per la tutela dei propri diritti e di quelli dei cittadini.

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