Le contraddizioni ‘ambientali’ del ministro Orlando

ROMA – “C’è un elemento di frustrazione oggi nel nesso tra politica, economia e ambiente, che riguarda anche il mio partito, quando tra le priorità per correggere la legge di stabilità, indica alcuni punti, come il cuneo fiscale, il patto di stabilità, ma trascura il rafforzamento del dissesto idrogeologico. Stiamo sprecando risorse. Oggi il punto fondamentale è costruire un nesso tra economia e ambiente, e tra ambiente e sociale, guardando sempre il fatto ambientale come prioritario”. 

A parlare non è un ambientalista convinto ma il ministro Andrea Orlando, che ha usato queste parole ieri  a Palermo durante il convegno “I parchi tra green economy e green society: il turismo natura è il primo asset economico”. Parole che suonano alquanto contraddittorie, considerando che proprio il giorno prima veniva pubblicata a firma di Orlando, sul Burl (Bollettino ufficiale Regione Lazio) una integrazione (datata 30 settembre 2013) al precedente decreto del 27 giugno 2013, in cui in nome dell’emergenza rifiuti si danno pieni poteri a un commissario prefettizio, Goffredo Sottile, sul cui operato i movimenti ambientalisti hanno sollevato non pochi dubbi. Leggendo il recente dispositivo si evince chiaramente che il potere decisionale in mano al commissario è aumentato a dismisura. Si legge infatti che il commissario “provvede alla autorizzazione, alla realizzazione e gestione delle discariche per lo smaltimento dei rifiuti urbani, nonché di impianti per il trattamento di rifiuto urbano indifferenziato e differenziato, nel rispetto della normativa comunitaria, nazionale e tecnica di settore”; e ancora“Al fine di assicurare il rispetto del suddetto termine finale, dispone, se necessario, il conferimento dei rifiuti urbani trattati, oltre che nel sito individuato ai sensi della precedente lettera d), in altre discariche pubbliche o private già esistenti e autorizzate per lo smaltimento dei rifiuti urbani trattati, ubicate nel territorio della Regione Lazio, che abbiano volumetria e capacita’ disponibile in eccesso rispetto al proprio fabbisogno, mediante atti negoziali o mediante requisizione; al fine di assicurare il rispetto del suddetto termine finale, verifica la chiusura della discarica di Malagrotta”.

Motivo per cui l’allerta è tornata su alcuni siti, che proprio il prefetto aveva individuato per contenere ‘l’inadeguata gestione’ del ciclo dei rifiuti nella Capitale. 

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