Equitalia. Il sequestratore si è arreso

ULTIM’ORA – Si è arreso l’uomo che si era barricato questo pomeriggio nella sede dell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia e aveva preso in ostaggio le persone presenti.

L’uomo è uscito dall’edificio ed è stato preso in consegna dalle forze dell’ordine dopo la liberazione dell’ultimo ostaggio, Carmine Mormandi. Quest’ultimo è a sua volta uscito dagli uffici della filiale protetto da alcuni uomini delle forze dell’ordine. È stato poi caricato su un’auto dei carabinieri e portato al pronto soccorso. Non è ferito ma è in evidente stato di choc.

Il sequestratore sarebbe un imprenditore bergamasco sui cinquant’anni, aveva un fucile a pompa e due pistole. “Era visibilmente agitato. Lo ha fatto per rendere pubblica la sua situazione ed ha parlato genericamente di debiti”. Lo ha detto il colonnello Giacinto Prencipe, vice comandante provinciale dei carabinieri.

 

BERGAMO. Un uomo armato di fucile a pompa, pochi minuti prima delle 16.00, è entrato nella sede di Equitalia di Romano di Lombardia (Bergamo)  ed ha preso in ostaggio i 15 dipendenti.

Il sequestratore, un cinquantenne pare,  facendo irruzione nella filiale  ha urlato ai clienti presenti di uscire di corsa, dopo di che ha trattenuto in ostaggio i dipendenti.  L’uomo ha  poi sparato almeno due colpi di arma da fuoco, senza però ferire nessuno. Non chiare dunque le sue intenzioni. Dopo poco l’irruzione nella sede ha infatti liberato 14 delle persone prese in ostaggio tranne uno. 

L’uomo sembra inoltre aver gridato varie frasi sconnesse e ha chiesto di poter parlare con la stampa. Solo dopo, ha dichiarato, libererà l’ultimo ostaggio. Ha urlato di essere in difficoltà economiche e di volersi togliere la vita.

Il sindaco di Romano di Lombardia, Michele Lamera, ha spiegato che sono in corso le trattative tra i carabinieri e l’uomo per far rilasciare anche l’ultimo ostaggio. Alla base del gesto, secondo quanto emerso  “ci sarebbe appunto una situazione familiare ed economica difficile” come ha sottolineato il primo cittadino, ma “è ancora presto per poter fare un’analisi”.  Nulla infatti emerge sull’identità dell’uomo.

“Non un semplice e stupido gesto criminale, ma una drammatica e autolesionista richiesta d’aiuto”. Così Massimo Di Giannantonio, docente di Psichiatria dell’università ‘D’Annunzio’ di Chieti, definisce il caso dell’uomo barricato nella sede dell’Agenzia delle entrate di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo. “La crisi e le difficoltà economiche – commenta lo psichiatra – possono mettere in moto un vero e proprio terremoto psichico, per il quale l’angoscia della perdita, della distruzione della propria vita, dà luogo a una pulsione incontrollabile a chiedere disperatamente e irrazionalmente aiuto”. Con il gesto di oggi e con la scelta del luogo dove metterlo in atto, è come se l’uomo abbia voluto identificare simbolicamente “il suo persecutore, il responsabile delle sue disgrazie, della sua rovina, della sua sofferenza”, dunque l’Agenzia delle entrate”. 

Sul luogo sono giunti anche i militari della Gdf mentre il piazzale davanti all’entrata è stato recintato. Si sta al momento valutando l’intervento dei corpi speciali del Gis (Gruppo di Intervento Speciale dei carabinieri) di Livorno. All’interno degli uffici c’è una situazione di stallo, con il sequestratore ancora insieme all’impiegato preso in ostaggio e a un maresciallo dei carabinieri entrato negli uffici dell’Agenzia per trattare con l’uomo. Nel frattempo curiosi i giornalisti sono stati fatti ulteriormente allontanare dall’entrata degli uffici. L’ostaggio nelle mani del sequestratore si chiama Carmine Mormandi, 56 anni, da 30 impiegato all’Agenzia delle Entrate. L’uomo  fa ha inviato un sms alla compagna, Tetyana di 39 anni e di origine ucraina, con scritto: “sto bene”.

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