Emanuela Orlandi. Domani la tomba di Renatino De Pedis sarà aperta

ROMA – Ormai sembra probabile che la tomba nella cripta della chiesa di Sant’Apollinare a Roma, dove si trovano i resti di Renatino De Pedis sarà aperta.

Non ci sono conferme ufficiali, ma stando alle indiscrezioni, già dalle prossime ore il  procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, potrebbe ordinare la riesumazione del corpo del boss della banda della Magliana, l’uomo che intreccia la sua attività criminale con un altro fatto di cronaca risalente al 22 giugno del 1983, giorno in cui scomparve  Emanuela Orlandi all’età di 15 anni.

Che cosa potranno trovare gli inquirenti all’interno della bara? Per ora non si sa con certezza. Qualcuno pensa  ai resti occultati della povera ragazzina, ma siamo nell’ambito delle supposizioni. L’inchiesta, infatti, è ancora avvolta da ombre e misteri impenetrabili a partire dalla presenza dei resti di De Pedis all’interno di una chiesa. Viene da chiedersi che ruolo abbia avuto la Santa Sede in questa vicenda labirintica, visto che il padre di Emanuela era un dipendente del Vaticano, dove tutta la famiglia risiedeva.
 

Nel settembre del 2005 arrivò una telefonata inquietante alla trasmissione Chi l’ha visto. Una voce maschile disse che per sapere la verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi bisognava aprire quella tomba. Un’ipotesi che fu inizialmente avallata anche dalle dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex amante di De Pedis, la quale giurò che la giovane 15enne era morta proprio per mano di Renatino, freddato  a Campo de’ Fiori il 2 febbraio 1990.

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