Terremoto. Scossa di magnitudo 6,0 nel ferrarese. 7 morti. LA DIRETTA

Il sisma di magnitudo  6,0, è stato forte quasi quanto quello che il 6 aprile 2009 distrusse L’Aquila. Oltre 50 feriti, 3mila gli sfollati


ORE 17, 40 – A breve la colonna mobile della protezione civile umbra partirà per le zone terremotate dell’Emilia Romagna. La richiesta è arrivata poco fa dal Dipartimento nazionale che non ha ancora specificato il centro di destinazione. La colonna mobile è analoga a quella che operò a Paganica, in Abruzzo: è completamente autosufficiente. È dotata di tende, cucine, attrezzature per il primo pronto soccorso ed è in grado di assistere, già da questa sera, almeno 250 persone. Nel frattempo si sta predisponendo l’invio, dall’Umbria, di tecnici specializzati con strumentazioni per la valutazione dei movimenti del suolo. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che dalle prime ore della mattinata è stata in costante contatto con la sala operativa regionale, ha manifestato personalmente al presidente dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, il cordoglio per le vittime del terremoto e la solidarietà degli umbri, assciurando la piena disponibilità della protezione civile regionale.


ORE 17,22 – Non sono gravi i feriti, circa una cinquantina, medicati al pronto soccorso di Carpi, Mirandola e al punto di primo intervento di Finale Emilia per le contusioni riportate nel terremoto della scorsa notte. Lo rende noto l’Ausl di Modena, che in una nota fa il punto delle attività svolte fino ad ora. Il referto dei feriti parla di lievi contusioni di origine traumatica, causate soprattutto da cadute o urti durante la fuga. Rispetto alla gravità, in particolare, si sono registrati 17 codici uno (i meno gravi), sei codici uno di natura internistica, quattro codici due (leggermente più gravi) dovuti a episodi traumatici e un codice due di natura interistica. È stato inoltre completato il trasferimento, a scopo precauzionale, di circa 120 pazienti dagli ospedali di Finale Emilia e di Mirandola. Impiegati, nell’operazione, 34 mezzi di soccorso e trasporto, 28 messi a disposizione dal mondo del volontariato e sei dalla centrale operativa del 118.


ORE 16,55 – Sono circa 3.000 gli sfollati tra Modena, Ferrara e Bologna, a causa del terremoto che ha reso inagibili le loro abitazioni. Il dato è stato fornito dal responsabile della Protezione civile dell’Emilia Romagna Demetrio Egidi, a Finale Emilia, in provincia di Modena, dove si è tenuto l’incontro con il Capo della Protezione civile Franco Gabrielli, giunto stamattina sui luoghi del sisma. Nello specifico sono state sfollate circa 2.200-2.500 persone in provincia di Modena, 400 nel ferrarese e circa 20 a Bologna. Attivate, inoltre, le colonne mobili per assicurare agli evacuati un riparo per la notte. Sono già in viaggio i materiali per allestire 1.200 posti letto, altri 150 arriveranno insieme ad una cucina da campo, grazie alla collaborazione delle Marche. «Abbiamo allertato anche Veneto, Friuli e Trentino per avere altre due strutture mobili» ha aggiunto Egidi. Al momento, infatti, ha rimarcato Gabrielli, «la preoccupazione maggiore, la priorità dello Stato e l’impegno della Provincia e del Comune è dare assistenza alle popolazioni già dalla prossima notte».


ORE 15,47 – Un vigile del fuoco è rimasto ferito, sembra in modo grave, cadendo dall’alto mentre stava facendo un controllo strutturale a Finale Emilia. L’incidente è avvenuto in occasione della scossa di magnitudo di 5.1 appena registrata.


ORE 14,14 – «Stiamo chiedendo la dichiarazione di stato di emergenza nazionale in raccordo con il prefetto Gabrielli». Lo ha  il presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani. «Ci sono ingenti danni e purtroppo vittime». Il presidente ha spiegato che «il lavoro di messa in sicurezza va avanti in coordinamento tra il dipartimento nazionale, la rete della Protezione civile e i sindaci. Parallelamente va avanti la verifica dei danni. Ma la priorità resta la sicurezza delle persone».


ORE 13,34 – Un nuovo evento sismico è stato avvertito dalla popolazione tra le province di Modena, Ferrara e Mantova, con epicentro localizzato tra i comuni di Finale Emilia (MO), Bondeno (MN) e Ficarolo (RO). Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico è stato registrato alle ore 12.59 con magnitudo 3,5.

 

ORE 12,22 – Domani, e fino alle verifiche strutturali dei tecnici, le scuole di ogni ordine e grado della provincia di Ferrara, epicentro insieme a quella di Modena del terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna, resteranno chiuse. È la decisione presa nel corso del vertice tenutosi in prefettura alla presenza delle autorità locali, dei rappresentanti della Protezione civile e delle Forze dell’ordine. Chiusi anche biblioteche e musei, sono state sospese tutte le manifestazioni culturali, sportive, cinema e teatro.


ORE 11,52 – Si aggiunge un’altra vittima, la settima, al tragico bilancio del terremoto. Si tratta di una donna anziana, rimasta sepolta sotto il crollo della sua abitazione a Sant’Agostino in provincia di Ferrara. Il decesso della donna è stato confermato dai carabinieri.

 

ORE 11,50 – “I danni al patrimonio culturale, ad una prima ricognizione, risultano notevoli”. Lo dice il Ministero dei beni e delle attività culturali in una nota. “Si stanno organizzando apposite squadre per le verifiche più accurate in collaborazione con i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile”.

 

ORE 11,49 – BILANCIO VITTIME.  Sale  a 6 il numero delle vittime provocate dal terremoto in Emilia-Romagna.  Quattro vittime sono operai, uccisi dal crollo dei capannoni in cui stavano lavorando in provincia di Ferrara: due alla Sant’Agostino Ceramiche, un’altro alla fonderia Tecopress di Dosso e un’altro ancora in una azienda di polistirolo a Ponte Rodoni di Bondeno. Le altre due vittime sono una ultracentenaria di Sant’Agostino e una tedesca di 37 anni che si trovava a Bologna per lavoro. Ad uccidere entrambe lo spavento per il forte terremoto, che è stato avvertito in tutto il nord Italia.


ORE 10,55 – Salgono a 6 le vittime. È stato individuato dai vigili del fuoco il corpo dell’operaio dato inzialmente per disperso  a Dosso di Cento, frazione di Sant’Agostino. Sul posto i vigili del fuoco stanno lavorando per estrarre la vittima dalla macerie. L’uomo stava lavorando nella fonderia Tecopress con altri sei operai quando il comune è stato colpito dal terremoto la notte scorsa.

 

ORE 10,35 – Il capo della Protezione civile, prefetto Franco Gabrielli, è da poco arrivato in Prefettura, a Ferrara, dove è iniziato un vertice per fare il punto sull’emergenza terremoto. Alla riunione partecipano il prefetto Provvidenza Raimondo, il questore Luigi Mauriello e il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Labianco. Insieme a loro anche il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, il presidente della Provincia Marcella Zappaterra e i primi cittadini degli altri centri della provincia colpiti dal sisma. Gabrielli si recherà anche nel Modenese.


ORE 10,19 – Sale il bilancio delle vittime. Alla lista si aggiunge una donna ultracentenaria  morta a Sant’Agostino, nel Ferrarese, a causa di un malore provocato dallo spavento per il forte terremoto. Lo si apprende dai soccorritori impegnati nelle ricerche dell’operaio disperso sotto le macerie della fonderia Tecopress.


ORE 9,18 – Danni lievi a palazzi e ad alcune chiese nel Bolognese. È quanto emerge dalle prime verifiche sugli effetti del terremoto fatte dai vigili del fuoco che hanno accertato la caduta di coppi e detriti, in particolare nei comuni di pianura più vicini all’epicentro. A Crevalcore è crollata in strada la guglia con la croce posta in cima al campanile della chiesa parrocchiale del paese. Anche in alcuni edifici di San Giovanni in Persiceto e Malalbergo sono state rilevate crepe e piccoli crolli. La polizia stradale sta monitorando le condizioni delle strade e per ora non sono stati segnalati cedimenti. Proprio per fare un punto sulla situazione è stata convocata una riunione in prefettura a Bologna, alla quale partecipano rappresentanti delle forze dell’ordine e degli enti locali.

 

ORE 8,45 – LE 4 VITTIME.  Lavoravano al reparto monocottura della Sant’Agostino Ceramiche i due operai, Nicola Cavicchi e Leonardo Ansaloni, morti a causa del terremoto che ha fatto crollare il tetto della fabbrica. «Mi sembra di vivere un incubo», racconta Vittorio Battagia, rappresentante sindacale della fabbrica. Le vittime avrebbero terminato il loro turno di lavoro alle 6.
La terza vittima, invece, deceduta a Ponte Rodoni, località di Bondeno, è un operaio marocchino di 29 anni.  Lavorava alla Ursa, azienda di polistirolo espanso, e il suo turno sarebbe terminato alle 5. L’uomo, secondo le prime informazioni, è stato colpito in testa da una trave. Al momento del crollo, che ha interessato il capannone della fabbrica e un silos esterno, erano presenti anche altri operai. Nessuno di loro, al momento, risulta ferito.
La quarta vittima è una donna di 37 anni di Sant’Alberto di San Pietro in Casale, nel Bolognese. E’ probabile che la causa del decesso sia stata provocata dal forte spavento  riportato durante il sisma.

 

ORE 8,36 – Il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) ha rivisto a 6 (dal precedente 5.9) la magnitudo del forte terremoto che ha colpito nella notte l’Emilia Romagna, e l’ipocentro della scossa a 5,1 km di profonditò, rispetto ai precedenti 10,1.


ORE 8,30 – Non ci sono persone coinvolte ma danni ai fabbricati e alle chiese, nel Mantovano dove la forte scossa è stata avvertita distintamente, provocando paura. La zona più colpita è la bassa, al confine della provincia di Modena. Secondo il primo sommario bilancio fornito dai vigili del fuoco del Comando di Mantova, i danni maggiori alle chiese e alle abitazioni si sono registrati nei Comuni di Gonzaga, Moglia di Sermide, Poggio Rusco e Nuvolato di Quistello.


ORE 8,17 – La quarta vittima, una donna di 37 anni di Sant’Alberto di San Pietro in Casale, nel Bolognese, è morta probabilmente a causa di un malore provocato dallo spavento riportato durante il sisma. Lo ha riferito il Comando provinciale dei carabinieri di Bologna.


ORE 8,13 – Per il responsabile della Protezione civile dell’Emilia-Romagna, l’ingegner Demetrio Egidi, «la statistica ci dice che l’andamento è decrescente». La valutazione dell’esperto si riferisce alla scossa più forte, quella di magnitudo 5.9 registrata alle 4.04, e all’entità di quelle precedenti e successive.


ORE 8,10 – Piano anti-sciacallaggio attivo, questa mattina in provincia di Modena, epicentro del terremoto che ha causato nella zona ingenti danni a chiese ed edifici storici. Lo rende noto il comando provinciale dei carabinieri, che si è subito attivato insieme alle altre forze dell’ordine per soccorrere le decine di persone che poco dopo le 4 si sono riversate per strada. Sono in corso i primi sopralluoghi, a Modena e nei centri della provincia, per valutare le lesioni che il sisma ha causato agli edifici.


Le prime foto
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FERRARA – Una forte scossa di terremoto di magnitudo 5.9 è stata registrata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle ore 4.04 in Emilia Romagna ed è stata avvertita distintamente anche in Toscana, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Il movimento sismico ha avuto ipocentro a 10,1 km di profondità ed epicentro 36 km a nord di Bologna. Vigili del fuoco e Protezione civile sono mobilitati per i soccorsi. Sarebbe di tre morti il bilancio, ancora provvisorio,  della forte scossa. Le vittime  tutte in provincia di Ferrara: due a Sant’Agostino, vittime del crollo di una fabbrica di ceramica, e una a Ponte Rodoni di Bondeno, dove è caduto il capannone di un’azienda a ciclo continuo di polistirolo espanso. Ingenti danni anche in provincia di Modena, dove sono segnalati diversi crolli.  
I danni principali si registrano a San Felice, dove è crollata la chiesa e vengono segnalate gravi lesioni a molti edifici storici tra cui il municipio, e a Finale Emilia, dove per precauzione è stato evacuato l’ospedale. Evacuati a scopo precauzionale anche i pazienti più gravi e i neonati anche dall’ospedale di Mirandola. Ingenti danni anche nel Ferrarese, dove sono stati segnalati alle forze dell’ordine e alla Protezione civile numerosi crolli di edifici storici e case coloniche.

Tanta paura ma nessun danno, invece, nel capoluogo felsineo, dove la gente è scesa in strada. «Questa notte in casa non torno più – ha raccontato una ragazza che si è radunata in piazza Maggiore insieme ad altre decine di persone – ho sentito una gran botta e sono corsa in terrazza, avevo paura di cadere».  

Un’ora dopo. precisamente alle 5,03 è arrivata un’altra scossa di magnitudo 4.9  e alle 5,35 altra replica, questa volta di intensità minore, 3.3. Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha ipocentro a 10 km di profondità ed epicentro nei pressi dei comuni di Camposanto, Cavezzo, Medolla,Mirandola e San Felice sul Panaro dove è crollata la chiesa del paese. In Veneto, a Ficarolo in provincia di Rovigo è crollato un fienile e parte del tetto di una chiesa.

 

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