Lampedusa. Morti per cercare aria

AGRIGENTO – Sarebbero morti per lesioni e botte i due immigrati libici, presenti sul barcone approdato a Lampedusa nella notte tra domenica e lunedì con 271 profughi a bordo. Queste le conclusioni dei medici legali palermitani a cui la Procura di Agrigento, che coordina l’inchiesta sull’accaduto, ha delegato l’autopsia che è stata eseguita nella tarda serata di ieri all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.

Dalle prime dichiarazioni degli inquirenti, sui due corpi «sono state riscontrate lesioni idonee a provocare la morte» e ciò che si è ipotizzato, sin dalla prima ispezione cadaverica che gli stessi sarebbero stati picchiati selvaggiamente fino a perdere i sensi. Sui loro corpi infatti sono emersi evidenti i segni di ecchimosi e lesioni mentre uno dei due uomini avrebbe avuto il cranio fratturato e l’altro fratture allo zigomo. I risultati dell’autopsia sono stati consegnati alla Procura di Agrigento che coordina l’inchiesta per omicidio, morte come conseguenza di altro reato e favoreggiamento per l’immigrazione clandestina. Per oggi è anche attesa l’autorizzazione del Ministero della Giustizia a perseguire fatti commessi in acque internazionali che consentirà agli inquirenti di emettere dei provvedimenti in particolare contro i sei scafisti individuati dagli uomini della Squadra Mobile di Agrigento grazie alle testimonianze dei profughi superstiti. E dalle testimonianze viene confermato anche l’esito dell’autopsia perchè le lesioni riscontrate sui corpi dei due profughi sul cranio e sugli zigomi sono compatibili con l’arma del delitto, un bastone. Secondo quanto emerge dai primi interrogatori, i due sarebbero stati uccisi perchè avrebbero tentato con la forza di uscire dalla stiva dove non c’era più ossigeno. Agghiacciante la scena che si è presentata agli investigatori alla scoperta della stiva dove erano ammassati 25 corpi, in stato di decomposizione circondati da schizzi di sangue ovunque.

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