REGGIO CALABRIA – Un ingente provvedimento di sequestro di beni, mobili ed immobili, per un valore di trenta milioni di euro, è stato emesso da parte della Dia di Reggio Calabria nei confronti di un imprenditore di Gioia Tauro, Marcello Fondacaro, di 52 anni, indicato dagli investigatori come espressione della cosca Molè della ‘ndrangheta.
Il sequestro, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda, consiste nel patrimonio aziendale e nelle quote di cinque società; alcuni terreni edificabili; quattro appartamenti e varie disponibilità finanziarie aziendali e personali, ma anche cliniche private convenzionate con la Regione Lazio.
Marcello Fondacaro è un medico chirurgo da tempo domiciliato ad Ardea (Roma), sul quale pende una condanna non definitiva a 7 anni di carcere per associazione mafiosa, con sentenza del tribunale di Palmi (Rc) nel 2001, ed è ritenuto dagli inquirenti un «medico a disposizione della cosca Mole». Secondo le indagini coordinate dall’allora sostituto procuratore Roberto Pennisi, infatti, Fondacaro era vicinissimo al boss Rocco Molé ucciso nel febbraio 2008, e nell’ambito del processo “Tempo” del 1997, Fondacaro era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Reggio dopo due mesi di latitanza. Dal 2002 al 2004 è stato sottoposto alla sorveglianza speciali.
I sigilli hanno interessato: il patrimonio aziendale e le quote di cinque società (Florida 78 Srl, Faf Srl, Analisi clinich chimiche Fondacaro dott.Marcello di Giacalone Vito e C. snc, Gruppo C.M. Srl e Capo Vaticano Srl) con sede a Roma, Ardea e Mazara del Vallo; tra queste ci sono case di riposo ed un laboratorio di analisi con sede a Roma ed ad Ardea (Rm), convenzionati con la Regione Lazio, circa 25mila metri quadri di terreno edificabile a Ricadi e ad Ardea; quattro appartamenti ed un box garage; un’auto e 600mila euro depositati in un conto corrente.
«Fondacaro – ha dichiarato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Michele Prestipino – è un personaggio particolare. Può essere definito un vero elemento di cerniera tra gli affari puliti e gli interessi sporchi della cosca Molè di Gioia Tauro. Il fatto che le sue strutture sanitarie fossero convenzionate con la Regione Lazio ha consentito a Fondacaro e ai suoi soci di trarre beneficio per molti anni da queste attività parasanitarie. Fondacaro è un autentico colletto bianco, esponente di quella zona grigia di cui la ‘ndrangheta si serve per gestire le proprie attività economiche legali».
Secondo Prestipino, inoltre, «Fondacaro è un medico disponibile poichè è stato accertato che per conto della cosca Molè avrebbe contattato in alcune occasioni suoi colleghi per sollecitare perizie di comodo finalizzate a favorire la scarcerazione anticipata di esponenti della ‘ndrangheta, come il boss di Gioia Tauro Antonino Molè, padre di Rocco Molè, ucciso a Gioia Tauro il primo febbraio del 2008 durante la fase cruenta dello scontro per il controllo del territorio con la cosca Piromalli. Con questa operazione si è contribuito in maniera efficace alla disarticolazione economica di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta».