Lele Mora piange in Tribunale per chiedere la sua scarcerazione

MILANO – L’ex agente dei vip Lele Mora si è presentato questa mattina in tribunale a Milano per assistere all’udienza davanti ai giudici del Riesame ai quali i suoi legali chiedono la scarcerazione del manager, rinchiuso ad Opera dal 20 giugno scorso con l’accusa di bancarotta fraudolenta pluriaggravata.

Visibilmente dimagrito, abito grigio e scarpe celesti, Mora, non ha più la battuta fuori le righe come dimostrò telefonicamente ad una puntata di Annozero in cui diede dei “comunisti di merda” al cronista che gli faceva delle domande sull’inchiesta del Bunga-Bunga. E poi, ciliegina sulla torta aggiunse: “Spero che arrivino i fascisti a spaccarvi le gambe”.

Il noto agente del Vip scortato da agenti della polizia penitenziaria è entrato poco dopo le 9 nell’aula del tribunale del Riesame, chiusa al pubblico, per assistere all’udienza al termine della quale i giudici si riserveranno una decisione che comunicheranno alle parti nei prossimi giorni. Già il gip, nell’agosto scorso, aveva respinto la richiesta di scarcerazione per il manager, così come chiedeva la Procura.  

A essere indagato insieme a Mora per la bancarotta della  LM Management , la società del manager dichiarata fallita nel giugno del 2010 con un buco da circa 8,5 milioni di euro, è anche il direttore del Tg4 Emilio Fede. Proprio a lui, ha dichiarato Mora ai magistrati milanesi, l’agente dei vip avrebbe versato quella che ha definito come una  costosa intermediazione  da circa 1,2 milioni per ottenere un prestito da Silvio Berlusconi. Stando a quanto hanno ricostruito le indagini dal gennaio al settembre del 2010, in tre tranche, Mora avrebbe ricevuto attraverso Giuseppe Spinelli circa 2,8 milioni dal leader del Pdl. Diversa la versione di Emilio Fede che agli inquirenti ha dichiarato di aver ricevuto da Mora 350 mila euro come restituzione di un prestito che aveva fatto.

Inoltre, Lele Mora ha raccontato  di avere incontrato lo scorso ottobre il premier Silvio Berlusconi per chiedergli altri 3 milioni di euro, dopo gli oltre 2,8 milioni che aveva ricevuto in prestito, per aiutarlo perchè, a detta dell’agente dei vip, se la sua società fosse fallita lui sarebbe finito in carcere, come è poi accaduto. La testimonianza emerge dagli atti dell’inchiesta. Mora, stando alle dichiarazioni rese ai pm, ha spiegato anche che i 3 milioni di euro che aveva chiesto non gli vennero dati, perchè nel frattempo proprio ad ottobre era ‘esplosò sui media il caso Ruby, che vede coinvolto Silvio Berlusconi.

Ad attenere l’esito dell’udienza e poter scambiare una parola con il talento scout, c’era anche la figlia di Mora, Diana, la quale è stata abbracciata dal padre in lacrime.

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