Mafia. Strage Capaci. Revocato 41 bis al killer di Giovanni Falcone

PALERMO – L’ex capomafia di Capaci Antonino Troia, condannato definitivamente per la strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta, lascerà il regime carcerario del 41bis. A deciderlo è stato il Tribunale di Sorveglianza di Roma.

Secondo i magistrati, Troia avrebbe partecipato alla fase organizzativa della strage del 23 maggio, contribuendo a fornire supporto logistico a Cosa nostra, conservando l’esplosivo usato per far saltare in aria l’autostrada tra Palermo e l’aeroporto, e nella fase esecutiva della strage ospitando il commando.

Ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Capaci, Troia, ora 77enne, ebbe un ruolo sia deliberativo, che esecutivo nella strage del 23 maggio del ’92.
All’epoca il boss faceva della Cupola di Cosa nostra che decise l’attentato e diede poi anche un apporto logistico ai killer, nascondendo l’esplosivo usato per assassinare Falcone e «ospitando» nel suo territorio il commando.
Troia è al 41 bis dal 1993 e deve scontare, oltre all’ergastolo per l’eccidio di Capaci, quattro condanne al carcere a vita per altrettanti omicidi.
La Dna aveva dato parere negativo alla revoca del decreto di 41 bis rinnovato dal Guardasigilli a novembre scorso.

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