Farmacisti contro il governo Monti. Il 26 luglio sciopero

il 26 luglio farmacie chiuse

ROMA – I farmacisti non hanno mandato giù il boccone amaro dello spending review e oggi sono giunti a Montecitorio per far sentire la loro voce del dissenso.

Un coro di fischi diretti  al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, hanno rotto il silenzio nella storica piazza della capitale. “Siamo stufi di licenziare. E di un governo che vuole consegnarci alle multinazionali”, sbottano i farmacisti al grido di «buffoni, buffoni» rivolti al Palazzo e ai parlamentari. «Tagliateveli voi gli stipendi», gridano. Sulle magliette verdi del sindacato Sunifar una sola parola: «Basta». Preso di mira anche il ministro Renato Balduzzi: «Sei un improvvisato  della sanità», gli dicono. Ed è un coro di «buuu» continuo contro il governo «che consente lo sforamento della spesa farmaceutica ospedaliera e taglia noi».

A rischio 20 mila posti di lavoro

«La possibilità che le misure a carico del servizio farmaceutico, previste nella spending review, si traducano nella perdita di 20.000 farmacisti sul territorio,
secondo fonti sindacali, è un fatto che dovrebbe indurre la massima preoccupazione», dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. «Non si tratta, infatti, soltanto della perdita di posti di lavoro preziosi, ma di togliere 20000 professionisti all’assistenza sul territorio, diminuendo la qualità delle prestazioni che oggi i cittadini ottengono grazie ai farmacisti delle farmacie di comunità- continua- La soluzione dei problemi del paese non va cercata nella politica dei tagli lineari a servizi che da tempo rispettano la spesa programmata, tenendo presente che appare una grave contraddizione puntare all’apertura di migliaia di nuove farmacie, come ha fatto il decreto »Cresci Italia«, per poi togliere a tutto il settore le condizioni economiche minime per la sua sopravvivenza. La soluzione va cercata nella razionalizzazione dei settori fuori controllo, senza dimenticare che ormai la spesa sanitaria italiana è al di sotto della media europea, sia come dato assoluto sia come dinamiche di crescita».
Prosegue Mandelli: «Quanto al servizio farmaceutico è venuto il momento di avviare senza ulteriori ritardi il tavolo per il nuovo modello di remunerazione delle farmacie: se questa verrà svincolata dal prezzo del farmaco sarà possibile portare sul territorio anche gli innovativi a tutto vantaggio dei cittadini. Non si tratta di pretese irrealistiche o fuori tempo: il tavolo della remunerazione è previsto da una legge, la 122, del 2010 e le proposte per il riassetto reale del comparto farmaceutico le abbiamo presentate in tempi non sospetti».

 

Farmacie in sciopero il 26 luglio

Nel frattempo l’Asemblea nazionale di Federfarma ha confermato la serrata delle farmacie per il 26 luglio. Federfarma richiede anche un tavolo per un nuovo sistema di remunerazione delle farmacie. Per il presidente Federfarma, Racca, “i tagli previsti dal decreto di spending review sono insopportabili e vanno al di là della possibilità che ha una farmacia del Servizio sanitario nazionale di rimanere aperta”.

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