A Napoli la Camorra impone il coprifuoco

Roma – E’ in atto una guerra tra clan a Napoli, dall’inizio dell’anno i morti sono 5 e la faida è come sempre per contendersi le piazze di spaccio. Così nelle aree a nord della città, Scampia e Melito, le famiglie camorriste in lotta, andando a minacciare porta a porta, impongono l’ordine del coprifuoco: negozi chiusi prima delle otto di sera. Prima delle 22 invece i bar, le donne devono limitare le uscite di giorno ed evitare categoricamente quelle di sera. La zona rossa va da Via Monterosa alla zona popolare di Secondigliano sino al rione Don Guanella e a Miano. Nel territorio del crimine i cittadini sono costretti ad osservare scrupolosamente le regole della Camorra, non è possibile trasgredire.

Scampia è uno dei quartieri più popolosi della capitale partenopea, edificato 30 anni or sono, come zona 167 (edilizia popolare), è stato reso celebre dal degrado e dall’alto tasso di disoccupazione (ha il primato per Napoli). La criminalità organizzata, ha trovato nella alta densità di persone in precarie condizioni socio-economiche, degli immensi edifici “Le Vele”, un terreno fertile per tutti i suoi traffici, complice l’assenza dello Stato e della legalità. Gomorra è il film del 2008 diretto da Matteo Garrone, basato sul best-seller omonimo di Roberto Saviano ambientato proprio alle Vele, che ha fatto conoscere al grande pubblico i meccanismi di asservimento alla Camorra, di tutti gli abitanti di quelle zone.

Dal 2008 ad oggi nulla è cambiato e le Forze dell’Ordine sono impotenti senza l’affiancamento di una politica sociale ed economica, per la risoluzione delle tante problematiche presenti. Il fenomeno del traffico della droga a Scampia ha raggiunto livelli enormi oggi, alimentando e facendo crescere lo strapotere della malavita.

Poca rilevanza è stata data alla notizia, se non dalla stampa locale, mentre sul posto nessuno osa protestare. Solo su Twitter nasce un movimento #occupyscampia, per opporsi, catalizzare l’interesse di tutti, mobilitarsi e cercare di trovare il coraggio di manifestare, contro l’impressionante capacità del malaffare, di controllare la vita degli inermi cittadini.

Sotto l’egida dei clan Di Lauro, Abbinate – Abate, Amato – Pagano e Licciardi, vivono duecentomila persone. Come truppe di occupazione le facce dei malviventi girano in pattuglie per la zona, si racconta online, per tenere sgombre le strade e per individuare meglio e all’istante la presenza dei nemici. Senza errori che attirino l’attenzione di polizia e carabinieri che potrebbero intervenire a presidiare il territorio.

L’illegalità è solida e vincente, Napoli e l’Italia tutta, ne escono sconfitte e meschine.

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