Fiom. Un corteo dai mille colori. Partito democratico assente ingiustificato. IL VIDEO. LE FOTO

ROMA – Riappropriarsi dei diritti,  riacquistare il lavoro perduto e la dignità cancellata.

E’ questo l’obiettivo principale che ha dato vita alla manifestazione nazionale della Fiom Cgil che ha visto quest’oggi migliaia di lavoratrici e lavoratori sfilare in un coloratissimo corteo lungo le vie della capitale. “Democrazia al lavoro” è lo striscione che apre il partecipato corteo e che riporta l’attenzione sull’occupazione e sulla garanzia di un reddito dignitoso, considerando che siamo agli ultimi posti in Europa per salari.
Una questione scottante che continua ad accendere gli animi, specie quando si parla di articolo 18, in cui si punta a cancellare i diritti rendendo gli stessi lavoratori ricattabili e indeboliti economicamente. I recenti dati diffusi dell’Eurispes parlano chiaro con la previsione in Europa  di 112 milioni di persone a rischio povertà.

E la politica cosa fa? Da una parte troviamo un governo sordo alle istanze dei cittadini, che parla di ipotetici numeri e di percentuali dettate dalla banca centrale europea, che nonostante le incognite sul futuro si moltiplichino  va avanti nel suo ambizioso, ma discutibile progetto incurante delle conseguenze drammatiche che si ripercuoteranno a partire dalle fasce più deboli.
Dall’altra l’unica certezza che l’essere umano debba necessariamente ritornare al centro di quel dibattito politico che finora non è stato. In sintesi oggi in piazza c’erano uomini e donne, che chiedevano di non essere lasciati soli. Invocavano alla politica tutta, quella del centro sinistra, di  svolgere il ruolo per cui è nata, rappresentando un’opposizione degna di chi dovrebbe rappresentare.
E questa giornata così partecipata è il segno inequivocabile della richiesta precisa e anti violenta dei lavoratori e non pericolosa come qualcuno aveva ipotizzato è stata pienamente metabolizzata.
Unico assente, per molti ingiustificato, il Partito Democratico che si era fatto da parte subito dopo l’adesione del movimento NOTav. Un fatto che ha sollevato polemiche anche al suo interno e che amplifica inevitabilmente le troppe spaccature, probabilmente insanabili, al suo interno.

“Il vero problema – afferma Luca Casarini – è che il PD sta sostenendo il governo Monti e punta ad un prossimo Esecutivo che porti avanti gli stessi obiettivi iniziati dal professore bocconiano”. Per il leader dei NoGlobal bisogna lavorare ad un’alternativa sociale che possa garantire un benessere generale, soprattutto attraverso la redistribuzione dei redditi e l’equità sociale. “Altro che emergenza spread – incalza Casarini – , nel nome del quale si tagliano le pensioni e si cancellano i diritti.”
Insomma per Casarini il problema principale rimane l’idea di un futuro di lotta e resistenza contro il pensiero unico di questo sistema ora entrato in crisi, in cui è necessario reinventarsi a partire dai diritti delle  persone. E farlo sarebbe una rivoluzione culturale.

“E proprio i diritti devono tornare al centro della discussione del paese perchè finora lo sono stati la finanza e l’impresa”, ribadisce Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. “Ci vogliono nuovi investimenti e creazione di nuovi posti di lavoro e giustizia sociale   – precisa il numero uno del sindacato dei metalmeccanici -a partire dal superamento della precarietà. E poi sulla mancata adesione della Cgil Landini risponde: “Ognuno si assume le proprie responsabilità. La manifestazione parla da sola e soprattutto parla al paese”.

Dello stesso avviso Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil: «Abbiamo riempito questa piazza e lo sciopero della Fiom è riuscito. Marchionne deve capire che bisogna cambiare la sua scelta autoritaria.  Lunedì – dice il sindacalista – avremo un nuovo incontro con il governo e chiederemo se sono state trovate le risorse per la riforma degli ammortizzatori sociali perchè noi pensiamo che l’accordo vada fatto per avere un sistema universale di ammortizzatori sociali. Ma la riforma non si può fare a costo zero. Per questo bisogna andare a cercare le risorse dove ci sono: grandi ricchezze, evasione, grandi patrimoni. È questo il segnale: i lavoratori non ci stanno a pagare il prezzo della crisi. Noi resistiamo da anni, abbiamo i lavoratori e i pensionati dalla nostra parte», dice ancora Scudiere. “Chi vuole toccare l’articolo 18 vuole in realtà riportare indietro l’Italia. Ed è chiaro che ci sarà crescita se non si fanno politiche industriali all’altezza. La Cgil non ci sta ad accettare tagli che danneggiano solo i lavoratori e i pensionati. È necessario invertire la tendenza”.

Anche l’Idv non ha voluto rinunciare a questa giornata di lotta. Il senatore Stefano Pedica ha voluto porre l’accento su alcune questioni: “Partecipo alla manifestazione con i dipendenti dei treni notte e con la Argol, la Mercedes, licenziati da questo governo che tutto fa meno creare sviluppo. Sono vicino alla lotta contro questa Tav obsoleta nel progetto e nella impresa che dovrebbe eseguirla, va studiato un progetto vero, non politico, ma soprattutto alternativo. Non mi stancherò di portare avanti la loro battaglia e questa domenica 11marzo alle ore 10 ci ritroveremo tutti insieme a Roma, con le Piccole e medie imprese, con la Fiom, la Cub, al centro congressi Frentani, per continuare a parlare di lavoro e di lotta contro la casta. All’incontro ho invitato il segretario della Fiom Landini. Spero venga a parlare anche qui da noi. Insieme faremo sentire forte la nostra voce contro un governo sordo che tende a tutelare sempre di più i padroni, la Gerit Equitalia e le banche a discapito dei lavoratori e delle famiglie”.

 

IL VIDEO – Servizio di Alessandro Ambrosin         Foto di Aldo Feroce

 

Foto di Aldo Feroce

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