ANCONA – È ancora grave e in prognosi riservata nel reparto rianimazione dell’ospedale regionale di Torrette, ad Ancona, Andrea Toccaceli, la ragazza di 18 anni selvaggiamente picchiata con calci e pugni e poi buttata giù da un viadotto lungo la strada statale 73 bis a Fossombrone dall’ex fidanzato.
Saimo Luchetti, un muratore di 23 anni non accettava la fine della loro storia, durata circa un anno e troncata dalla ragazza in ottobre. Non si era mai rassegnato e aveva continuato a cercarle la ragazza, a telefonarle, a tormentarla per costringerla a ritornare insieme a lui. “E’ tutta colpa mia”. Questo quanto avrebbe detto ai primi soccorritori il muratore che si sarebbe a sua volta buttato dal viadotto. Un salto di 15 metri. Dalle prime ricostruzioni su quanto accaduto, si pensa che Saimo abbia atteso la ragazza di fronte a casa a Cagli, dove anche lui è residente. Quando è arrivata ed è scesa dall’auto delle amiche, l’ex fidanzato è entrato con lei nell’androne del palazzo, ha cominciato a discutere con la giovane, l’ha picchiata prendendola a calci e pugni, finché lei ha perso i sensi. A questo punto, l’ha caricata in auto e l’ha portata fino al viadotto. Li avrebbe trascinato fuori dall’auto la ragazza tramortita dalle percosse, poi avrebbe chiuso con il telecomando la vettura e infine portato Andrea dalla parte opposta della carreggiata.
A dare l’allarme è stata domenica mattina intorno alle 7,30 la madre della diciottenne, che non vendendola rientrare ha cominciato e cercarla trovando delle tracce di sangue nell’androne. La donna ha avvisato subito i carabinieri, che hanno avviato le indagini. I due sono poi stati avvistati da una persona che faceva jogging su un sentiero sotto il viadotto.
La giovane, che ha riportato politraumi e lesioni interne nella caduta, ma forse anche durante il pestaggio dell’ex, è stata operata ieri al fegato. Le sue condizioni al momento sono stabili. Lui, arrestato nella tarda serata di ieri per tentato omicidio e sequestro di persona, è ricoverato nello stesso ospedale, nel reparto di medicina internistica e sub intensiva. Cadendo al suolo da un’altezza di 15 metri, si è fratturato il bacino e gli arti inferiori. Il terreno molle ha attutito l’impatto, altrimenti la coppia sarebbe morta sul colpo. Saimo sarà sentito nei prossimi giorni dal magistrato al quale è stata affidata l’inchiesta, il pm di Urbino Simonetta Catani e dovrà rispondere alla domande del pm sul suo gesto folle. Sulla vicenda indagano i carabinieri, coordinati dal capitano di Fano Cosimo Giovanni Petese.
Le reazioni dei familiari :”Come volete che stiamo…stiamo malissimo: lasciateci in pace! non speculate sul dolore degli altri”. Andrea al momento non è ancora fuori pericolo, anche se sembrerebbero stabili le sue condizioni. La madre, una signora bionda, che ha altri due figli, è seduta accanto ad uno zio di Andrea, a una cugina e ad un altro ragazzo. Non vuole parlare con i giornalisti, e i familiari fanno muro, per proteggerla da nuovi stress. La cugina di Andrea piange, la testa fra le mani, e ad un certo punto lo zio chiama al telefono un avvocato di fiducia, a Cagli: con cortesia, il legale spiega via cellulare ai cronisti che “la famiglia ha il massimo rispetto per il dovere di cronaca”, ma li invita a “capire il dramma che sta attraversando, e rispettarlo”. Intanto nel reparto di medicina e terapia sub intensiva, Saimo fa i conti con le violenze che ha inferto alla ragazzina che diceva di amare, e le fratture (meno gravi) che si è procurato a sua volta.