La Calabria, maglia nera per il mare più sporco d’Italia

REGGIO CALABRIA – Ancora una volta è la Calabria a confermarsi a “maglia nera” per il mare più sporco d’Italia con 19 punti (uno ogni 38 km di costa) su un totale di 24 campioni prelevati, mantenendo intatto il triste primato del 2011.

Al terzo posto la Campania con 14 prelievi fuori norma su 20 (uno ogni 34 km di costa): la regione campana quest’anno cede il secondo posto alla Liguria che guadagna in negativo ben 3 posizioni rispetto allo scorso anno, con 15 punti inquinati su un totale di 18 e una media di un campione inquinato ogni 23 km di litorale. Il Lazio conferma la quarta posizione dello scorso anno con 13 punti inquinati su 15, uno ogni 28 km di costa.
Le migliori performance sono quelle di Sardegna e Toscana, seguite dall’Emilia Romagna: l’isola con un solo punto critico ogni 433 km di costa precede la Toscana, che ne conta uno ogni 200 km, e l’Emilia Romagna, dove i biologi di Goletta Verde hanno registrato solo un valore fuori norma in tutta la costa. Anche il Veneto è risultato in buona salute con un solo campione risultato fortemente inquinato, prelevato alla foce di un fiume, in tutti i suoi 159 km di costa.
«Sul banco degli imputati – secondo Legambiente – la mancata o inadeguata depurazione dei reflui fognari che, stando alle nostre elaborazioni su dati Istat, riguarda ancora 24 milioni di abitanti, che scaricano direttamente in mare o indirettamente attraverso fiumi e canali utilizzati come vere e proprie fognature». Le regioni peggiori per numero di abitanti senza adeguata depurazione sono Sicilia (quasi 4 milioni e mezzo), Lazio (più di tre milioni) e Lombardia (quasi 3 milioni). Un problema ambientale e sanitario che sta per diventare anche economico – con multe milionarie –vista la condanna dell’Italia da parte della Corte di giustizia europea arrivata a fine luglio perché 109 agglomerati urbani medio grandi, distribuiti in 8 regioni, non si sono ancora adeguati alla direttiva europea sul trattamento delle acque reflue. Sono Sicilia e Calabria a ospitare il maggior numero di comuni fuori legge: 59 comuni siciliani (pari al 54% del totale dei comuni oggetto nella sentenza) e 18 calabresi (pari al 17% del totale). A seguire Campania (con 10 comuni) e Liguria (9)».

«Alla mancanza cronica di impianti di depurazione – denuncia Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – soprattutto da parte dei comuni dell’entroterra, si aggiunge anche il carico inquinante dei reflui non adeguatamente trattati dagli impianti in attività: una situazione davvero imbarazzante che va sanata una volta per tutte».
Il bilancio di Legambiente, presentato a Roma evidenzia quanto già da mesi si era denunciato in Calabria. Al mare visibilmente sporco si associa anche quello apparentemente pulito ma con una presenza di colibatteri che mette a rischio la salute dei bagnanti.
Quest’anno, infatti, il monitoraggio di Goletta Verde è stato condotto anche grazie alle numerose segnalazioni arrivate da cittadini grazie al servizio SOS Goletta, che hanno contribuito per circa il 50% dei campionamenti effettuati in tutta Italia.in Calabria i campioni prelevati da Legambiente su 714 chilometri di costa sono stati 24, quelli a “norma” solo 5. Dei 19 rimasti, 16 sono risultati “fortemente inquinati” , mentre 17 sono state le foci inquinate.

La regione Calabria, confermandosi la Maglia Nera per il mare, ancora una volta fa autogol anche in merito alla grande promozione mediatica che nei mesi scorsi ha diffuso su tutti i media nazionali chiamando a raccolta molti volti noti calabresi tra i quali anche Lady Briatore. ( HYPERLINK “http://www.youtube.com/watch?v=0qRwC3Fxru0http://www.youtube.com/watch?v=0qRwC3Fxru0 ). A vedere le condizione reali del mare, certamente facendo le dovute eccezioni, non mancheranno proteste e richieste di risarcimenti da parte di quanti hanno creduto di poter trascorrere una tranquilla e ritemprante vacanza in Calabria. “Il mare da bere” tanto decantato dai politici regionali è ancora lontano e la situazione rischi di precipitare maggiormente se non si metterà mano, seriamente al controllo delle acque reflue dove confluiscono fognature abusive a cielo aperto ed al sistema di depurazione delle aree costiere.

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