La strana morte delle tortore a Faenza

RAVENNA – Restano ancora misteriose le cause che hanno portato alla morte 400 esemplari di tortore a Faenza, in provincia di Ravenna, nei pressi della distilleria Tampieri, che produce olii alimentari.

Oltre 270 esemplari sono stati raccolti dagli uomini del Corpo forestale domenica scorsa nelle vicinanze dello stabilimento, altre 70 il giorno successivo e ancora una cinquantina nei giorni scorsi. Al momento  i tecnici sono al lavoro per capire cosa abbia provocato la morte dei volatili. “Abbiamo inviato alcuni esemplari raccolti domenica all’Istituto Zooprofilattico sperimantale di Lugo di Ravenna – spiega  Anna Mazzini, responsabile del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del comando pronciale di Ravenna – e ora attendiamo gli esiti degli esami”.  Esami che prenderanno in considerazione l’aspetto biologico, batteriologico, tossicologico e alimentare. “Stiamo lavorando  ad ampio spettro – ha spiegato Frasnelli, presidente dell’Istituto Zooprfilattico – per accertare sia la presenza di virus o batteri ma anche di eventuali sostanze velenose come alcuni tipi di pesticidi. E i primi risultati si potrebbero avere gia’ nelle prossime ore. Gli analisti dell’Istituto Zooprofilattico di Lugo non escludono tuttavia nemmeno la possibilita’ che, in base ad alcune evenienze scientifiche recenti, la moria delle tortore possa essere in qualche modo legata all’alimentazione, cioe’ all’ingestione di qualche elemento – come ad esempio i semi di girasole – che se assunto da solo, in particolare in inverno, darebbe luogo ad effetti collaterali gravi capaci anche di portare alla morte.

Nel frattempo, prosegue Mazzini, “abbiamo effettuato alcune indagini e dei prelievi dal materiale stoccato dalla distilleria”. Si tratta per lo più di residui di granaglie, semi di mais e di girasole di cui sono ghiotte non solo le tortore ma anche i piccioni. Di questi ultimi uccelli però non è stato trovato alcun esemplare morto. Secondo quanto risulta all’Arpa e all’Ausl il fenomeno non sarebbe nuovo. Della vicenda si sta occupando anche il Wwf che ha inoltrato la prima segnalazione al Corpo Forestale.

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