Aborto, legge 194. Dieci sacchi di pillola RU 486 per protesta

MILANO  – Dieci sacchi pieni di scatole di pillola abortiva Ru486: così si è presentato questa mattina Silvio Viale, ginecologo dell’ospedale S.Anna di Torino, al congresso dell’associazione Luca Coscioni in corso a Milano. «Sono quasi tutte le scatole usate quest’anno al S. Anna e vogliamo farle avere al ministro della Salute, Renato Balduzzi», spiega Viale.

Una provocazione con uno scopo ben preciso. «Nel nostro ospedale in totale abbiamo eseguito oltre 3mila procedure con la Ru486 finora – continua – pari al 28-30% delle interruzioni di gravidanza, e nel 97% dei casi le donne hanno firmato per andare a casa, non fermandosi quindi per i 3 giorni di ricovero imposti dalla circolare. Il ministero deve prendere atto che la pillola Ru486 può essere usata senza problemi, anzi che se non la si usa per fare gli aborti al II trimestre, si espone la donna a dei pericoli. Facilita e aiuta tutti i tipi di aborto». Viale ha intenzione di portare i sacchi di pillole presso la sede del Ministero a Roma nei prossimi giorni, «anche per ricordare al Ministro Balduzzi che è in ritardo – osserva – Non ha infatti ancora depositato la relazione annuale sulla legge 194 e i dati sul monitoraggio sulla Ru486, terminato a gennaio scorso». Attualmente in Italia, conclude Viale, «oltre al Piemonte, ad usare la pillola abortiva sono buona parte degli ospedali dell’Emilia Romagna, parte di quelli della Toscana, due nel Lazio, due in Puglia e un paio in Campania. In altri ospedali dove i ginecologi, che avevano iniziato ad applicarla, sono andati in pensione, si è fermato tutto».

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