Cgil. Sabato in Piazza, uniti contro la crisi

ROMA – Due anni dopo la manifestazione contro le politiche del governo Berlusconi, la Cgil torna in piazza San Giovanni per chiedere azioni più efficaci per il lavoro e per contrastate cassa integrazione, licenziamenti, aumento della precarietà.

Per riunificare, almeno per un giorno, le centinaia di vertenze irrisolte e per avviare un dialogo e un’azione comune tra tutti i soggetti colpiti dalla crisi. ‘Prima di tutto il lavorò è lo slogan della manifestazione di sabato prossimo: non ci sarà corteo e la piazza sarà aperta per quasi tutta la giornata, dalle 10,30 alle 17,30.

Tante le iniziative pensate dal sindacato di Corso d’Italia. In piazza, ad esempio, sarà allestito il ‘villaggio del lavorò. In 21 stand regionali saranno rappresentate e evidenziate le aziende in crisi dei diversi territori. In altri 12 stand delle federazioni di categoria si illustreranno le diverse crisi dei settori di riferimento. Sul palco si alterneranno delegati, attori, lavoratori e lavoratrici, giovani, musicisti. Molti gli interventi di gruppi musicali: P-funking band, Noarrembì, Casa del vento, Peppe Voltarelli, Tosca, Enzo Avitabile & Bottari, Eugenio Finardi. L’intervento di Susanna Camusso, segretario generale dell’organizzazione, è previsto per le ore 16. Il sindacato propone di «riportare all’attenzione del Paese e della politica le priorità su cui è necessario intervenire per cambiare da subito l’agenda Monti e comunque mettere le basi per una nuova politica industriale ed economica». Serve, sostiene in una nota il sindacato «una politica industriale volta ad assicurare un futuro di innovazione all’industria e ai servizi assicurando gli investimenti necessari; la detassazione della tredicesima mensilità per sostenere i consumi delle famiglie; la proroga di almeno un anno dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali; il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga e particolare attenzione in tema di ammortizzatori ai precari; la soluzione strutturale per tutti i lavoratori esodati e un uguale sistema di pensionamento per lavoratori pubblici e privati in esubero; un intervento straordinario per favorire l’occupazione giovanile e femminile; l’allentamento del Patto di stabilità per consentire ai Comuni
di dare corso alle opere infrastrutturali finanziabili».

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