Ryanair nel mirino della Procura. La compagnia low cost indagata per evasione fiscale

ROMA – Lo avevamo scritto in tutte le salse che i dipendenti italiani della Ryanair non avevano diritti e soprattutto non pagavano le tasse italiane nonostante lavorassero nel loro Paese. Tuttavia Ryanair ha continuato ad agire indisturbata sul territorio italiano, a fare il bello e il cattivo tempo con una concorrenza che altri vettori hanno definito sleale.

Ma forse qualcosa sta cambiando. Michael O’Leary, infatti,  è stato iscritto dalla procura di bergamo sul registro degli indagati assieme al suo dirigente Juliusz Komorek. Al patron di  Ryanair il pm Maria Mocciaro contesta  l’omesso versamento dei contributi per aver assunto a Dublino 220 dipendenti di stanza a Orio al Serio pagando i contributi in Iralnda, la cui tassazione (12% rispetto al 37% da noi), è molto più bassa.

Un escamotage che avrebbe fatto risparmiare alla compagnia irlandese almeno 12 milioni di euro e che Dazebao già nel 2010 aveva messo in evidenza. LEGGI ARTICOLO CORRELATO

I calcoli sono molto approssimativi perchè si basano su una minima parte dei dipendenti assunti da Ryanair, i quali gravano sullo Stato anche attraverso le spese mediche senza che il loro datore abbia mai sborsato una lira. Già lo stato francese, un anno fa, aveva criticato i metodi di assunzione della Ryanair, tant’è che la compagnia iralndese pur di non adeguarsi alle regole del Paese ospitante ha preferito chiudere le sue basi in Francia. Ora anche altre Porcure potrebbero seguire quella di bergamo, visto che le basi della Ryanair in Italia sono cinque.

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