Viterbo. Pesce infestato al ristorante, 68 persone contaminate da parassita

VITERBO – Hanno intossicato 68 persone somministrando loro pesce crudo (carpaccio) senza sottoporlo prima alle procedure di neutralizzazione di eventuali parassiti presenti: i titolari di un ristorante nei pressi del lago di Bolsena (Viterbo) sono stati denunciati alla Procura della Repubblica dai Carabinieri del Nas di Viterbo, a conclusione di un’indagine avviata nel giugno 2011.

L’accusa è quella di aver somministrato alimenti nocivi causando lesioni personali colpose. L’indagine è partita a seguito della tossinfezione di 68 persone (provenienti dall’Italia e da altri paesi europei) a seguito dell’ingestione di prodotti contaminati dal parassita Opisthorchis felineus responsabile di patologie anche molto gravi (cirrosi epatica o alcune forme tumorali).

Nel corso degli accertamenti, eseguiti dai militari del Nas e coordinati dal pubblico ministero Stefano D’Arma, i carabinieri hanno scoperto che i ristoratori imputati erano soliti acquistare pesce fresco “in nero” da un ingrosso di prodotti ittici locale. I cibi venivano somministrati crudi (carpaccio) alla clientela, senza aver eseguito i controlli del caso.

Uno dei soci della struttura di vendita all’ingrosso, denunciato per favoreggiamento, ha provato ad ostacolare l’attività investigativa falsificando i documenti commerciali per aiutare i titolari del ristorante nascondendo le vendite effettuate senza fattura.

L’unico modo sicuro per prevenire questa intossicazione è cuocere accuratamente il pesce o congelarlo a -20°C per una settimana, come stabilito dalle procedure edite dal ministero della Salute. Trattamenti come la marinatura, la salagione o l’affumicatura, non sono in grado di neutralizzare il parassita.

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