Venezia. Sgominata banda italo cinese, 11 arresti, sequestri per 20 milioni

VENEZIA – Le Fiamme Gialle del Gico di Venezia, coordinate dalla Dda lagunare, hanno eseguito una vasta operazione nei confronti di un’organizzazione criminale composta da cinesi e da insospettabili italiani che nel giro di alcuni anni, grazie al traffico di clandestini e allo sfruttamento della prostituzione di cittadine cinesi, aveva creato un vero impero economico.

I militari hanno eseguito 9 custodie cautelari in carcere, 2 arresti domiciliari e 3 divieti di dimora, nonchè nel sequestro di 60 tra appartamenti, negozi, centri massaggi cinesi, un hotel, auto di lusso e conti correnti bancari per un valore di almeno 20 milioni, che potrebbe aumentare a seguito delle 150 perquisizioni in corso in tutto il Veneto.

l gruppo criminale ha effettuato in pochi anni investimenti immobiliari e commerciali grazie ai proventi illeciti derivanti da un meccanismo consolidato, che si basava sullo svolgimento di pratiche di immigrazione o ricongiungimento familiare nei confronti di soggetti di etnia cinese, in parte poi avviati all’attività di prostituzione, avvalendosi della fondamentale collaborazione di alcuni italiani, in possesso delle conoscenze e professionalità giuste per sfruttare al meglio il sistema burocratico che regola il settore dell’immigrazione. In tale procedura entravano poi a pieno titolo vari attori, ciascuno con il proprio ruolo: creare falsi contratti d’affitto; concedere fittiziamente in locazione immobili; garantire la compiacenza di uffici pubblici nell’accettare documenti falsi; verificare in maniera «addomesticata» alcune residenze fittizie; predisporre false buste paga e falsi contratti d’assunzione; consentire l’accensione di conti correnti e l’apertura di mutui per nascondere la reale proprietà dei beni accumulati. Grazie a queste connivenze, si è potuto creare un sistema, capeggiato da «Luca» Pan Keke, soprannominato ‘il re di via Piavè e arrestato nella notte insieme ai suoi complici, che si è impadronito di intere zone di alcune città venete, iniziando proprio da via Piave a Mestre, una volta ambita zona residenziale, con eleganti palazzi, e oggi interessata da fenomeni di microcriminalità etnica e altre attività illecite, tra cui lo spaccio di stupefacenti e lo sfruttamento
della prostituzione nei centri massaggi.

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