Er Batman nel Lazio. Catwoman in Lombardia?

40 indagati per  peculato. Ecco le spese pazze di Nicole Minetti

MILANO –  Sono circa 40 i consiglieri indagati nell’inchiesta della procura di Milano in cui viene ipotizzato il reato di peculato. Si tratta di consiglieri del Pdl e Lega. Tra gli indagati anche la Consigliera Nicole Minetti.

Cene di lusso da 400 euro da ‘Giannino’ per più coperti, aperitivi da 832 euro all’Hotel Principe di Savoia, taxi presi a ripetizione, ma anche l’acquisto del libro “Mignottocrazia” di Paolo Guzzanti per soli 16 euro però.  Queste sono solo alcune delle spesucce  della Minetti, sostenute con i rimborsi della Regione Lombardia.

La consigliera regionale, già imputata per il caso Ruby, viene ora indagata per aver usato soldi pubblici per questi acquisti del tutto personali. Infatti malgrado avesse già a disposizione un Ipad in dotazione a tutti i consiglieri regionali, ne avrebbe acquistato un altro da 750 euro. Le spese della Minetti realizzate con i fondi del Pirellone ammonterebbero  dunque a decine di migliaia di euro. Il suo interrogatorio sarebbe stato fissato per mercoledì  19, e da quanto è dato sapere, sembrerebbe che la consigliera sia decisamente  intenzionata a presentarsi davanti ai pm per difendersi dalle accuse. 

A dare il via alla nuova inchiesta scandalo sono state le verifiche avvenute già lo scorso 10 ottobre  da parte del Nucleo di Polizia Tributaria sul leghista Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani.

Tra gli oggetti acquistati con soldi pubblici, finiti sotto la lente della Procura di Milano, ci sarebbero anche munizioni da caccia per circa 750 euro, che sarebbero state acquistate da un consigliere lombardo leghista. Altri consiglieri avrebbero speso soldi pubblici per degustazioni, cocktail e acquisti di carne in macelleria, oltre a videogiochi.  Il consigliere della Lega Nord, Cesare Bossetti, avrebbe speso nel 2011 quasi 15 mila euro per comprare dolci in pasticceria oltre che per fare colazioni con brioche e caffè.  Ad un altro consigliere lombardo, Angelo Giammario (Pdl), viene contestato invece di aver usato per fini personali oltre 27.000 euro di soldi pubblici, anche per noleggi auto e taxi. Renzo Bossi anche risulterebbe tra gli indagati nell’inchiesta, sempre con la medesima accusa di peculato.

“Batman non c’é in Lombardia” questo è quanto ha affermato Roberto Formigoni rispondendo ad alcuni giornalisti . “Credo proprio – ha aggiunto – che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole”. Arrivando al Pirellone a un convegno nell’ambito delle celebrazione dell’editto di Milano, Formigoni ha tenuto ad osservare “due cose” rispetto all’inchiesta sui rimborsi. “La prima – ha detto – è che mi stupisce che siano soltanto alcuni gruppi, visto che le regole sono uguali per tutti”. “La seconda cosa – ha concluso il governatore – è che in Lombardia le regole sono molto chiare, nette e del tutto diverse da quelle vigenti in altre Regioni: credo proprio che i nostri gruppi abbiamo rispettato fino in fondo le regole”.

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