Aversa. Tumori, Ministero: tra Napoli e Caserta più alta incidenza

 AVERSA (CASERTA) – I cittadini della Campania hanno un’attesa di vita alla nascita inferiore di due anni rispetto a chi abita nelle Marche e nelle province di Napoli e Caserta, esistono «tassi più alti per molte sedi tumorali».

È quanto emerge dalla relazione finale del gruppo di lavoro sulla situazione epidemiologica della Campania e, in particolare, delle province di Caserta e Napoli (città esclusa) con riferimento all’incidenza della mortalità per malattie oncologiche, presentata oggi ad Aversa alla presenza del ministro della Salute, Renato Balduzzi. Da quanto raccolto è emerso, però, che i tassi di mortalità, anche per cause specifiche sono in diminuzione. In Campania le malattie del sistema circolatorio rappresentano la quota maggiore di mortalità con il 40% circa, mentre risultano elevati i tassi di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio, di quello digerente e di diabete Mellito, dato in cui la mortalità tra le donne è doppia rispetto a quello nazionale. Per quanto riguarda i tumori maligni, l’incidenza di morti in Campania è superiore ai valori dell’Intera Italia, tra gli uomini, per il contributo delle province di Caserta e di Napoli, con tassi particolarmente elevati per i tumori di fegato, laringe, trachea-bronchi e polmone, prostata e vescica. Nelle due province di Caserta e Napoli si osservato i tassi più alti per molte sedi tumorali. Nonchè eccessi di prevalenza alla nascita di malformazioni congenite. Tali fenomeni si presentano con aggregazioni spaziali; in ogni caso tra il 1988 e il 2008 si rilevano andamenti decrescenti. Per l’incidenza dei tumori negli uomini si stimano in Campania livelli più elevati rispetto alla macro-area del sud, ma generalmente in linea con il valore nazionale o inferiori (colon-retto, prostata) ad eccezione del tumore del polmone, la cui incidenza si va riducendo ma è significativamente più elevata della media nazionale. Gli andamenti della sopravvivenza per tumore a cinque anni dalla diagnosi hanno evidenziato in Italia un generale miglioramento, tuttavia permangono le differenze geografiche con sopravvivenze più elevate nelle aree del centro-nord rispetto al sud. La sopravvivenza nel meridione è infatti inferiore di circa tre punti percentuali rispetto alla media dei registri (57% contro il 60% nelle donne e 49% contro il 52% negli uomini).

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