Sfregiata con l’acido vicino all’ospedale di Cuggiono. Dramma per una 36enne incinta

MILANO – Nemmeno il tempo di chiudere la portiera dell’auto che gli schizzi di acido la hanno ferita. Non è chiaro il movente, e nemmeno chi possa essere l’attentatore. Ma certamente l’escalation di questo tipo di aggressioni non può che far star tranquilli.

Se la caverà con 20 giorni di prognosi, forse con il volto segnato in modo permanente da questa terribile episodio di violenza. Solo qualche ferita nella parte sinistra del volto. Qualche piccola abrasione nelle vicinanze dell’occhio. Ma il campo visivo non è stato interessato e leso. Forse anche per la tempestività dei soccorsi, che non potevano che non essere celeri, visto il luogo dell’aggressione: il parcheggio antistante all’ospedale civile di Cuggiono.

La donna, 36 anni, incinta di due gemelli, è stata aggredita mentre si stava accingendo ad esami di routine della sua gravidanza: due gemelli nel pancione, in fase di sviluppo avanzato. Le immagini delle telecamere di sorveglianza dei carabinieri e del presidio ospedaliero, piazzate non lontano dalla zona, aiuteranno certamente a chiarire l’esatta dinamica e dettagli sull’aggressore. Visto che la velocità dell’aggressione ha impedito alla donna di fornire dettagli sull’accaduto. Ma non è la sola. «È successo tutto velocemente. Neppure il tempo di accorgersi di quanto era accaduto che nel piazzale non c’era più nulla quando siamo usciti» racconta un testimone.«L’ombrello che ho visto fuori dal pronto soccorso si è sciolto» racconta un addetto alla portineria.

Il tutto è avvenuto alle 8,30 di ieri  mattina. La donna sarebbe stata avvicinata da un uomo dal volto coperto dal casco a bordo di uno scooter. Poi un fulmine formato bottiglia di vetro. Schizzi di acido diluito con acqua fuoriescono dal contenitore. L’aggressore fugge manco fosse a bordo di un jet. Lei che grida dal dolore, poi i soccorsi.

Le forze dell’ordine stanno cercando di far chiarezza, ma la donna, S.F. le iniziali, non pare dar elementi utili inerenti al movente di un possibile aggressore. E’ solo una cassiera. Una semplice donna che non ha nemici. Almeno questo è quanto è stato raccontato agli inquirenti, che sperano di aver più informazioni su uno dei 4 teleobiettivi che coprono la zona dell’aggressione. Magari una targa, oppure un segno distintivi che permetta di riconoscere il malvivente. In tal senso ulteriori indagini potrebbero emergere anche dai testimoni, le cui testimonianze verranno deposte anche oggi.

Condividi sui social

Articoli correlati