Roma. Bambini maltrattati all’asilo. Arrestate maestra e coordinatrice

ROMA – Sono finite agli arresti domiciliari una maestra e una coordinatrice di una scuola per l’infanzia nei pressi di Portonaccio.

Le accuse rivolte alle due donne sono per maltrattamenti, percosse e umiliazioni nei confronti di bambini. Insulti del tipo: “scemo, zozzo, bastardo”. Questi erano gli epiteti con i quali la maestra, spalleggiata dalla coordinatrice, era solita rivolgersi ai bambini che magari si erano fatti la pipì nei pantaloni.

“A seguito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, con il sostituto procuratore Eugenio Albamonte e gli agenti del commissariato San Basilio, diretti da Adriano Lauro, è stata data oggi “esecuzione a due misure cautelari degli arresti domiciliari emesse nei confronti di F.M. di anni 63 e M.R.C. di anni 57, rispettivamente coordinatrice scolastica e insegnate della scuola dell’infanzia denominata ‘San Romano’, nell’omonima via al civico 92, per i reati di maltrattamenti e percosse in danno di minori- si legge in una nota-.

La notizia relativa ai maltrattamenti era stata a suo tempo acquisita in seguito ad una serie di  segnalazioni proveniente da persone gravitanti all’interno dell’ambiente scolastico, nonché da alcuni genitori che riferivano di presunte vessazioni posti in essere da una maestra e commessi in danno di alcuni alunni minori”. Dai primi accertamenti è risultato anche che la

direttrice della scuola, sarebbe stata a conoscenza della condotta illecita dell’insegnante, omettendo però di prendere gli opportuni provvedimenti, in violazione dei suoi poteri-doveri di vigilanza e controllo. “In seguito a questa preliminare attività d’indagine il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, dopo aver ascoltato le dichiarazioni dei potenziali testimoni, al fine di acquisire ulteriori elementi probatori, disponeva un’attività d’indagine tecnica (con l’uso di telecamere, ndr) che effettivamente ha fornito riscontri oggettivi circa i gravi indizi di colpevolezza già evidenziatisi, in particolare, a carico della F.M”.

Gli investigatori, durante tale fase, “hanno accertato la commissione di numerosi comportamenti violenti, vessatori, offensivi e mortificanti della dignità dei bambini affidati ad essa durante l’orario scolastico”. 

Sempre secondo le indagini effettuate sembra siano stati davvero numerosi gli eventi in cui la maestra è ricorsa alla violenza per ottenere l’obbedienza degli alunni.  Questo tipo di condotta ha, ovviamente, generato nei piccoli un clima di terrore, mettendoli in costante soggezione psicofisica. Talvolta la maestra ricorreva addirittura all’incitamento di alcuni di loro, solitamente i più grandi, alla violenza e alla denigrazione a danno degli altri più piccoli. 

Il comportamento della maestra non ha risparmiato neanche bambini portatori di disagi e difficoltà psicoinfantili. 

Dalle indagini è emerso inoltre, che nonostante la maestra fosse stata più volte, nel tempo, criticata e ripresa anche dalle sue stesse colleghe circa i suoi metodi educativi, avvalendosi della protezione e della copertura della direttrice, ha continuato con i suoi comportamenti illeciti, limitandosi esclusivamente a non assumerli in presenza di altro personale scolastico. La coordinatrice dell’Istituto ha cercato di mettere tutto a tacere, senza prendere alcun provvedimento, inducendo al silenzio chiunque volesse evidenziare in qualche modo la errata sistematicità educativa che si teneva all’interno della scuola.

Così, “visto quanto emerso dalle indagini, il sostituto procuratore Eugenio Albamonte, soprattutto al fine di preservare i minori sottoposti al rischio evidente della reiterazione da parte della maestra delle condotte illecite in argomento, ha richiesto con urgenza una misura cautelare al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Elvira Tamburelli, la quale ha emesso a carico delle due donne la misura cautelare degli arresti domiciliari”.

“Siamo alle solite e adesso decisamente non se nepuò più”: è quanto dichiara in una nota il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, in relazione all’episodio di violenze inferte sui bambini nell’asilo San Romano,struttura pubblica per l’infanzia del quartiere Portonaccio a Roma.
Per Marziale: “Il reiterarsi di crimini contro i bambini nelle scuole comincia a produrre una statistica tale da autorizzarci a parlare di vera epropria emergenza, che non può più essere affrontata se nonpreventivamente. Intervenire dopo, quando cioè il danno è stato prodotto, significa condannare i piccolini ad un difficile e lungo processo di recuperodei danni psicologici subiti, semmai riusciranno a dimenticare del tutto”.
“Da anni l’Osservatorio sui Diritti dei Minori – chiosa il sociologo – propone una verifica psico-attitudinale annuale cui sottoporre gliinsegnanti di ogni ordine e grado, non già per criminalizzare il corpodocente, che per la stragrande maggioranza è composto da professionisti serie scrupolosi, bensì per sradicare le metastasi di un cancro troppo diffuso,che non sono poche. Eppure, la nostra proposta impatta sistematicamente conle logiche di soloni benpensanti che antepongono le ragioni di casta a quelledella tutela dei minori, oppure con ministri all’Istruzione decisamenteinadeguati al ruolo”.
Il presidente dell’Osservatorio si dice: “Sconcertato da così ottuso attendismo, che diventa complice di quanti vanno a scuola non già per accudire i bambini ma, evidentemente, per scaricare su di essi le proprie rabbie e frustrazioni. Si tratta di gente che deve essere punita esemplarmente, allontanata definitivamente dalla scuola e da additare al pubblico ludibrio, affinché la società non rimanga assuefatta ad un livellodi indifferenza che travalica i confini della decenza. Sottoporre i bambini aviolenze fisiche e psicologiche significa compiere un crimine control’umanità debole e indifesa e chi lo perpetra o lo copre non può cheessere riconosciuto, senza attenuanti di sorta, criminale”.

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