Il figlio ucciso dal terremoto. Vita risarcita con 1.900 euro

ROMA – Nonostante appelli, articoli, lettere, il Parlamento Italiano non è stato in grado ad un anno dal sisma dell’Emilia, di modificare la legge 1124 del 30 Giugno 1965, cioè il Testo Unico che regola i risarcimenti Inail per gli infortuni e le morti sul lavoro.
Una legge vecchia di quasi 50 anni. Ma quanto si vuole aspettare ancora a cambiarla?

Altri 50 anni, forse? 1936,80 euro di risarcimento una tantum (come rimborso spese funerarie) per la morte di un operaio, sono un elemosina, una vergogna inaudita!
Un anno fa (il 1 Agosto 2012), avevo scritto una petizione che tra adesioni online e per email è arrivata a 5 mila firme. A regola non sono bastate per convincere il Parlamento a modificare il TU 1124/65.
L’articolo 85 del Testo unico 1124/1965, prevede infatti che hanno diritto alla rendita a superstite, in caso di infortuni mortali, coniugi e figli e, se assenti, gli ascendenti viventi e a carico del defunto, che contribuiva quindi al loro mantenimento.
Tradotto, non hanno diritto alla rendita, ad esempio quei genitori delle vittime del lavoro che non risulti ricevessero contributi al mantenimento, dal loro caro ammazzato dall’insicurezza nei luoghi di lavoro.
Nessun risarcimento per chi ad esempio ha visto il proprio figlio sfiancarsi per mantenere il proprio posto di lavoro precario, umiliarsi con il proprio “padrone” per non rischiare di perdere il lavoro, ed infine essere ucciso da quello stesso lavoro che non voleva o non poteva permettersi di lasciarsi sfuggire.
Si tratta di una vergogna che non può continuare ad esistere.
Come un’altra vergogna è il tesoretto Inail, cioè quello formato dagli avanzi di bilancio annuale dell’Inail, che è arrivato alla cifra di ben 18,5 miliardi di euro.
Questi soldi sono depositati presso un conto infruttifero della Tesoreria dello Stato, ed invece di essere utilizzati per aumentare le rendite da fame agli invalidi del lavoro e ai familiari delle vittime del lavoro, vengono utilizzati dallo Stato Italiano per ripianare i debiti: E’ UNO SCANDALO!!!
Per favore, modificate questa legge, è importante.
Spero che qualcuno in Parlamento raccoglierà il mio appello, che si aggiunge a quello di Bruno Cavicchi, il cui figlio Nicola è  morto sul lavoro nel terremoto del 20 Maggio 2012.
Perchè la vita di un operaio, non venga più valutata solo euro 1936,80 euro: un’elemosina del genere è un insulto alla dignità umana!

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