Ruby. Ferrara in piazza contro la sentenza, arriva la contromanifestazione

ROMA – E’ scontro sulla sentenza che ha condannato ieri Silvio Berlusconi a 7 anni per la vicenda Ruby. Oggi Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio come promesso è sceso in piazza per esprimere solidarietà al cavaliere.
Assieme a lui duecento persone, mumite di maglietta apposita con scritta che recitava “Siamo tutti puttane”. 

Perfino la fiamma di Berlusconi, Francesca Pascale, era presente a questo presidio che di certo non ha avuto il successo sperato. “Mi sento  offesa  dalla condanna –  ha detto ai cronisti presenti –  in Italia non c’è giustizia”. E poi al giornalista che le domandava se si sentisse una  puttana, Pascale ha risposto: “No, e non lo è neanche Ruby”.

“Siamo tutti puttane vuol dire che chi è senza peccato scagli la prima pietra, è uno slogan evangelico, a suo modo”, ha detto, invece,  Ferrara in piedi sul pianale di un camioncino in mezzo alla piazza. Chairamente dietro di lui campeggiava la scritta “Siamo tutte puttane” con tanto di foto di Berlusconi e Mubarak, lo zio di Ruby secondo la difesa al processo milanese. Sul  palco è salita anche Daniela
Santanchè, accompagnata in piazza dal compagno Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, e presentata da Ferrara come una  leader politica. “Ci dobbiamo risvegliare da questo torpore, dobbiamo scendere in piazza, oggi mi sento in guerra”, ha detto la Santanchè. E poi: “Vergogna per una giustizia indegna di un paese civile”.

Tra i presenti, diversi esponenti del Pdl, da Fabrizio Cicchitto a Giancarlo Galan, Daniele Capezzone, Denis Verdini, Eugenia Roccella, Stefania Prestigiacomo giunta in bici a metà manifestazione. L’incontro, iniziato poco dopo le 19, si è concluso attorno alle 20.15. Sul palco sono intervenuti, tra gli altri, anche la moglie di Ferrara, Anselma Dell’Olio, molto critica nei confronti delle donne di ‘Se non ora, quando?’, e il direttore del settimanale ciellino ‘Tempì, Luigi Amicone. Dopo aver criticato i magistrati di Milano, Ferrara ha concluso con un «Viva Berlusconi».

Intanto il blogger Gianfranco Mascia ha risposto ai pidiellini con una contromanifestazione a Campo dè Fiori, dove è stata data lettura  dei 139 articoli della Carta Costituzionale. “Insieme ad altri cittadini – spiega Mascia – abbiamo deciso che non possiamo accettare che oggi si levi a Roma la sola voce, volgare e tecnicamente eversiva, di chi vuole contestare la sentenza pronunciata ieri dal Tribunale di Milano contro Silvio Berlusconi. L`intenzione è quella di sottolineare il carattere sacro e inviolabile dei principi di legalità, democrazia sostanziale, separazione e armonia tra i poteri, progresso civile, equità sociale e buon vivere sostenibile, che i Padri Costituenti hanno donato alla storia patria all`indomani del sacrificio vittorioso della Resistenza contro il nazifascismo”.

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