Cortei a Roma. Per Usb esiste l’alternativa sindacale

ROMA – Un serpentone rosso di 50mila manifestanti. E’ questo secondo i promotori il risultato della manifestazione contro l’austerità promossa dal sindacato di base Usb insieme ad altre sigle sindacali. La giornata di lotta prosegue in piazza San Giovanni, dove sta partendo un  “acampada” di tende, che proseguirà nella notte in un ideale ponte con la manifestazione di domani, che partirà dalla stessa piazza San Giovanni.

Nel  corso della serata  diversi artisti hanno dato il loro sostegno allo sciopero, fra cui Banda Bassotti, 99 Posse, Ascanio Celestini, Assalti Frontali, Banda Popolare dell’Emilia Rossa. «La riuscita dello sciopero e del corteo è andata oltre le nostre migliori aspettative», sottolineano gli organizzatori, che «condannano l’allarmismo diffuso per oscurare le ragioni della protesta, che nel mondo del lavoro si fa invece sempre più forte, determinata e ragionata». «Questa piazza dimostra che esiste l’alternativa sindacale», ha affermato dal palco di piazza San Giovanni Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo nazionale Usb. «Nei posti di lavoro Cgil, Cisl e Uil diffondono la rassegnazione, arrivando persino a paventare manifestazioni a sostegno del governo Letta in crisi. Un governo – ha attaccato Leonardi – che con la legge stabilità mantiene inalterata l’attuale iniqua distribuzione della ricchezza, e persevera nelle politiche di massacro sociale sotto dettatura della Ue e della troika». Positivi – secondo l’Usb – i primi dati di adesione allo sciopero: «molti i voli cancellati, i servizi pubblici bloccati, con una forte adesione in Inps, nei comuni, nella sanità e negli uffici  territoriali».

 

 «Fortissimo», sempre secondo l’Usb, «il dato del trasporto pubblico locale: il 100% dei mezzi fermi a Pisa; 90% a Terni; 80% a Bologna; 65% a Ferrara; 70% a Reggio Emilia; all’ACTV di Venezia ha incrociato le braccia l’81% del personale nel trasporto automobilistico ed il 70% di quello marittimo; 70% a Torino e provincia; a Milano metro chiusa e bus fermi al 75%; 50% a Trieste; 40% a Gorizia; 45% a Livorno; si è fermato il 70% dei mezzi nel tpl regionale della Sicilia ed il 40% nella Calabria; 45% nelle Marche».  A Roma, «dove in accoglimento della richiesta del sindaco Marino è stato revocato lo sciopero dei trasporti per la sola fascia serale e per le metropolitane, si registra in fascia diurna un dato del 65% per i bus e le ferrovie in concessione e del 60% nella Roma tpl (bus periferici). In Emilia Romagna, bloccato il 95% del trasporto merci e 75% di quello passeggeri delle ferrovie regionali». Il corteo, aperto dai migranti e rifugiati, seguiti dai lavoratori dell’Ilva e dai vigili del fuoco in divisa, ha visto la partecipazione di lavoratrici e lavoratori da tutte le regioni e di tutti i settori. Tanti i dipendenti pubblici, dalla sanità ai ministeri, dagli enti locali alla ricerca; tutti riuniti dietro lo striscione «Pubblico impiego incazzato». Tutti insieme a precari, pensionati, licenziati, cassaintegrati e movimenti di lotta per la casa. Folte anche le rappresentanze dei movimenti per la difesa di salute e ambiente.

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