Figli tolte alle madri. Un corteo di protesta davanti al Tribunale dei minori

ROMA – Il 7 novembre nella Capitale una manifestazione denuncerà l’allarme per i «figli sottratti». Il corteo partirà dalla stazione Termini ed arriverà davanti al tribunale dei minori, in via dei Bresciani.

In una nota si spiega chi è che organizza: «Donne che chiedono aiuto, donne che denunciano mariti violenti, donne che non parlano perché minacciate da violenza economica e psicologica, donne che cercano di proteggere i loro figli da questa violenza subita e/o assistita, e che invece di essere ascoltate, tutelate e difese dallo stato a cui si rivolgono, si ritrovano catapultate in pieno Medioevo. Accusate di essere madri inadeguate o addirittura ‘malevolè, si ritrovano non solo ‘rivittimizzatè, ma vivisezionate per essere giudicate pericolose alla crescita di figli che hanno partorito e cresciuto fino a quel momento con immensi sacrifici e in grande solitudine».

La manifestazione di Roma per i figli tolti alle madri è promossa da quelle donne «dichiarate pazze, schizofreniche, psicotiche e ostacolative alla crescita del minore, queste donne vengono marchiate e punite come fossero streghe, e quindi allontanate forzosamente dai loro figli, grazie a perizie psicologiche e psichiatriche che oltre ad attingere a piene mani nei pregiudizi di genere, operano nell`ottica di ristabilire l`unico ordine che questa società concepisce: quello del controllo patriarcale».

Perché quanto «davvero succede nei tribunali italiani, purtroppo, finisce di rado sulla scrivania di chi legifera su certe  questioni, ed è per questo che diventa necessaria la denuncia pubblica del perché il nucleo della violenza contro donne e minori, che in questo caso diventa istituzionale con grave responsabilità dello stato, non verrà mai risolto se non si cambiano i parametri di giudizio con un netto ribaltamento culturale, e attraverso una capillare campagna di contro-informazione per l`opinione pubblica e di formazione per chi lavora su questo». 

Inoltre «questi ‘espertì della famiglia, che fanno perizie e dichiarano le donne pazze, sono in grado di stravolgere la vita di un intero nucleo, dichiarando una madre inadatta – non si capisce poi rispetto a quali parametri – con una semplice CTU, la famosa *Consulenza tecnica d`ufficio*, che viene chiesta e accolta dal giudice in quanto diagnosi alla quale si risponde con un provvedimento, senza magari neanche approfondire la modalità di un giudizio così impegnativo e così decisivo per le sorti di tutte le persone coinvolte».

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