Strage Lampedusa. Miliziano somalo ammette, anch’io vittima di trafficanti

AGRIGENTO – Il gip di Agrigento Alessandra Vella ha convalidato il fermo del somalo Mouhamud Muhidin, il miliziano accusato di essere tra gli organizzatori del viaggio di immigrati finito con il naufragio del ottobre scorso a Lampedusa e la morte di 366 persone, e del palestinese Attour Abdalmenem, ritenuto lo scafista di un altro sbarco di immigrati sull’isola.

Il primo,’ accusato di sequestro di persona a scopo di estorsione all’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento della immigrazione clandestina, dalla tratta di persone alla violenza sessuale, ha sostenuto di essere a sua volta vittima dell’organizzazione di trafficanti. Al palestinese sono contestati l’associazione e il favoreggiamento dell immigrazione clandestina.

I provvedimenti restrittivi erano stati disposti, venerdì scorso, dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Maurizio Scalia e dal  sostituto Geri Ferrara. Entrambi gli indagati, nel corso dell udienza dinanzi al gip, non si sono avvalsi della facoltà di non rispondere ed hanno cercato di minimizzare la loro posizione. L’accusa era rappresentata dal pm della Procura di Agrigento, Andrea Maggioni.  In particolare il somalo, cui vengono contestati reati particolarmente gravi come il sequestro di persona e la violenza sessuale avrebbe sostenuto di essere stato obbligato a diventare una sorta di kapò , essendo stato anche lui vittima di sequestro e ricevendo poi la proposta di collaborare con l organizzazione criminale che si occupa delle tratte di migranti. Adesso il gip di Agrigento trasferirà il procedimento all ufficio del giudice delle indagini di Palermo, competente per i reati di pertinenza della Direzione distrettuale antimafia.

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