No Tav in Piazza a Genova contro il terzo valico. Sel presenta 502 emendamenti

GENOVA – Un migliaio di persone sono scese in piazza oggi a Genova per protestare contro la realizzazione del Terzo Valico ferroviario, la linea ad alta velocità e ad alta capacità che collegherà il capoluogo ligure a Milano.  

Partito dalla piscina di Pontedecimo, il corteo, a cui hanno preso parte cittadini di ogni età e attivisti No Tav giunti anche dal Basso Piemonte, ha attraversato le strade della Val Polcevera e si è concluso senza incidenti a San Quirico, nei pressi dell’area dove sorge uno dei primi cantieri.

 

Intanto il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ha presentato 502 emendamenti alla Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra l’Italia e la Francia per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Lo rende noto il capogruppo di Sel in commissione Esteri Arturo Scotto. «La ratifica dell’Accordo tra Italia e Francia è la prosecuzione di un errore che porta a sostenere un’opera sbagliata, non più utile, e che non tiene conto dell’opposizione di decine di amministratori locali del territorio e delle popolazioni interessate. Considerata la terribile crisi economica che ha colpito il nostro Paese e le drammatiche condizioni in cui versano le nostre finanze- continua il deputato di Sel Scotto- la realizzazione di un progetto così impegnativo, per oggi e per il futuro, è insensato e irresponsabile. Sel ritiene necessario liberare le risorse oggi impegnate per la Tav- conclude Scotto- per concentrarsi sulla creazione di lavoro, per rifinanziare la cassa integrazione in deroga dando una prima risposta alla drammatica crisi che sta investendo decine di migliaia di famiglie e lavoratori».

 

In Val di Susa il 16  novembre. La Fiom parteciperà

 

La Fiom parteciperà alla manifestazione organizzata dal Movimento No Tav a Susa (Torino) sabato 16 novembre. «Parteciperemo a questa iniziativa – spiega Federico Bellono, segretario della Fiom torinese – per proseguire la lotta contro un’opera inutile, che disperde risorse preziose, le quali in una crisi sociale drammatica come quella che stiamo vivendo andrebbero utilizzate in tutt’altro modo». Bellono sottolinea inoltre come «il movimento popolare e democratico che in Valsusa si oppone al Tav sia riuscito in questi anni a imporre una discussione più generale sui limiti dello sviluppo e sul diritto delle popolazioni a esercitare un consenso/dissenso attivo sulle scelte che le riguardano, sfuggendo al tentativo di ridurre questa vicenda a un problema

di ordine pubblico». 

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