FIRENZE – Trent’anni per Amanda Knox e la riformulazione a 4 anni di reclusione per calunnia e 26 anni di reclusione a carico di Raffaele Sollecito. Questa le richieste del Procuratore generale Alessandro Crini alla fine della sua requisitoria al processo d’appello bis per l’omicidio di Meredith Kercher, uccisa a Perugia nella notte fra il primo e il 2 novembre del 2007.
Crini ha inoltre chiesto alla Corte che non siano concesse agli imputati le attenuanti generiche ed ha motivato la richiesta della riformulazione a 4 anni di reclusione per calunnia a carico di Amanda Knox per il «carattere non estemporaneo della calunnia stessa, e tarata per creare depistaggio».
I fatti
Secondo la ricostruzione della dinamica dell’omicidio fatta dal Pg, mentre Rudy Guede abusava sessualmente con una mano di Meredith Kercher, supina sul pavimento della sua stanza, Raffaele Sollecito e Amanda Knox si trovavano ai lati del corpo della vittima. “Bocca e collo della vittima erano contenuti in un modo feroce per evitare che Meredith desse in escandescenze ed urlasse – ha spiegato Crini – quando infatti la vittima urlò, arrivò la coltellata feroce alla gola». Due i coltelli utilizzati sulla scena del crimine nella villetta di via della Pergola la notte fra il 1 e 2 novembre 2007.
«Un coltellino, tenuto in mano da Sollecito» per tagliare il gancetto del reggiseno di Meredith «e per alzare la temperatura della vicenda – ha aggiunto Crini – un altro, più grande, su cui la presenza del dna della Knox è chiarissima. È presente con il suo profilo, non è una suggestione. Il dna di Amanda è presente – ha aggiunto Crini – in un punto molto particolare, fra l’impugnatura e la lama. Una posizione del dna significativa ed inquietante». In conclusione, sempre secondo il Pg, l’abuso sessuale «è marginale», nel movente dell’omicidio, rispetto ad una violenza «soverchiante» che la vittima subì.