Ruby. Tentano di corrompere una funzionaria per falsificare la data di nascita di Karima

ROMA – Oggi il Fatto quotidiano ha lanciato una notizia che lascia ben intendere fino a dove possano arrivare i tentacoli della  corruzione italiana.

Secondo il giornale diretto da Padellaro due misteriosi italiani si sarebbero recati a Fkih Ben Salak, la cittadina natale di Karima El Mahroug, meglio nota come Ruby Rubacuori, nel tentativo di corrompere, dietro un lauto compenso, una funzionaria dell’anagrafe  per retrodatare la nascita della giovane marocchina. Un’operazione che di fatto avrebbe permesso a Silvio Berlusconi di salvarsi dall’accusa di prostituzione minorile, per il quale il prossimo 6 aprile dovrà presentarsi al banco degli imputati al Tribunale di Milano. Ruby, infatti, è nata l’1 novembre del 1992, e durante le sue frequentazioni ai festini del premier aveva solo 17 anni. Il tentativo di mistificare degli atti pubblici,  l’ha raccontato direttamente la protagonista, la quale sotto lo pseudonimo di Fatima ha rilasciato un’intervista al fatto Quotidiano.  Il 7 febbraio del 2011 – racconta la donna –   due italiani e un  marocchino,  che faceva da interprete, mi hanno chiamata fuori dal mio ufficio.”

I tre in definitiva chiedono alla donna di poter correggere il registro delle nascite, cambiando quello di Ruby, dal 1992 al 1990. Chiaramente il disturbo sarebbe stato ben ricompensato dai due italiani, uno dei quali aveva l’accento milanese, ha precisato Fatima. Ma la funzionaria, nonostante la somma appetibile, non si è lasciata corrompere.  “Temevo di passare dei guai – ha detto -. E ho pensato  che se avessi accettato forse avrei potuto creare problemi a quella mia concittadina”.
E così questo rifiuto è riuscito a bloccare il tentativo di mistificare la cruda realtà di questa vergognosa vicenda. Proprio nello stesso periodo Il Giornale della famiglia Berlusconi aveva diffuso la notizia che Ruby all’epoca delle festine bunga-bunga non era minorenne e che lo avrebbero provato. Coincidenze? E’ ancora presto per dirlo, ma per fortuna esistono ancora al mondo persone che credono nell’onestà. Questa volta i soldi non sono serviti a nulla, se non a peggiorare le cose.

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