Tensione a Bologna. Collettivo Crash: ‘Alla Granarolo come al G8 di Genova’

BOLOGNA – Giornata di scontri ieri davanti ai cancelli dell’azienda Ctl e della Granarolo a Cadriano, dove corre il rischio di cassa integrazione per ‘oltre 200’ lavoratori impiegati nelle quattro aziende che operano all’interno dei magazzini di Cadriano.

La mobilitazione degli operai  è terminata con l’intervento delle forze dell’ordine.

“Gli agenti di Polizia non hanno esitato ad operare in perfetto stile ‘scuola Diaz di Genova G8’ gassando con spray velenoso gli operai e i sindacalisti (azione di cui chiediamo conto alle autorità pubblicamente), prendendo a cazzotti in faccia operai pacifici mentre gridavano ‘casa, reddito e dignità, e arrestando facchini e delegati sindacali stesi a terra e colpiti da almeno una decina di celerini avventatisi contro di loro”. È quanto si legge nel comunicato stampa con cui il collettivo Crash indice una conferenza stampa e un presidio per le 12 di oggi in via Farini davanti al Tribunale di Bologna.

Lì, informa il comunicato, “verrà ricostruito e denunciato pubblicamente quanto avvenuto« due giorni fa ai cancelli a Cadriano. »Contemporaneamente ci sarà l’udienza di convalida per i due sindacalisti arrestati e fuori dal tribunale verrà allestito un presidio di solidarietà”. Durante l’iniziativa, promette Crash, “mostreremo video inediti che raccontano le torture e le aggressioni subite dai facchini per mano di agenti di Polizia e Carabinieri durante le operazioni di sgombero di una manifestazione pacifica organizzata per richiedere l’attuazione dell’accordo firmato dal prefetto alcuni mesi fa e mai rispettato dalle aziende e dalle parti istituzionali”. Sotto accusa anche un gruppo di “almeno 20 crumiri« che avrebbe »pestato alcuni facchini rimasti isolati”. Ad ogni modo, pare che Crash non abbia alcuna voglia di fare passi indietro: “Saremo al fianco dei nostri compagni arrestati eV denunceremo pubblicamente le gravi violenze e brutalità indiscriminate« di due giorni fa: »Continueremo a rivendicare lavoro, pane e dignità anche sotto il Tribunale”.

Dal canto suo la Granarolo si difende scrivendo un appello sotto forma di lettera alla città.

“Quello che accade ai nostri cancelli da ormai dieci mesi non è giusto, noi non abbiamo licenziato nessuno. Chi staziona ai nostri cancelli non ha niente a che fare con noi. Granarolo si appella alle Istituzioni della città per porre fine a questo stato di cose. Ci appelliamo anche all’opinione pubblica che va messa a conoscenza di quanto sta accadendo”.

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