No Tav. Chiesti 9 mesi per Beppe Grillo

TORINO – I pm della Procura di Torino Andrea Padalino e Antonio Rinaudo hanno chiesto una condanna a 9 mesi per Beppe Grillo per la violazione dei sigilli della baita Clarea in Val Susa, nell’ambito del processo che vede imputati una ventina di No Tav. La baita, diventata un simbolo della lotta contro l’alta velocità, era stata messa sotto sequestro per abuso edilizio.

L’indagine era partita a giugno 2011, nel processo 21 gli imputati, militanti No Tav e Beppe Grillo, accusati di violazione dei sigilli, posti alla baita Clarea. I pm hanno chiesto 4 assoluzioni e condanne fra i 18 e i 6 mesi di reclusione, tra cui nove mesi per Beppe Grillo, e una multa, e 9 mesi a uno dei leader del movimento Alberto Perino.

Grillo era stato denunciato dai carabinieri di Susa per la violazione dei sigilli posti dalla magistratura sulla baita-presidio costruita in località La Maddalena di Chiomonte da alcuni esponenti del movimento No Tav e sequestrata per abuso edilizio. 

Intanto sul sito il movimento No Tav attacca: «Un processo senza senso per un reato di poco conto ma essendo una vicenda notav nulla è scontato. Un`altro dei processi a ritmo serrato visto che ci sono di mezzo i notav e in questo caso Beppe Grillo, cosa che evidentemente esalta i soliti pm con elmetto».

Grillo, sulla questione, ha subito incassato la solidarietà di Laura Castelli, deputata M5S: «Quel giorno eravamo in tanti – scrive su Facebook – condannateci tutti». Ma non è questo l’unico grattacapo per il leader di M5S, il cui nome comparirebbe in altri fascicoli di inchiesta aperti dalle procure di Roma, Bergamo e Teramo: in questo caso l’ipotesi di reato è quella di ‘istigazione a militari a disobbedire alle leggì: accusa che si riferisce al post pubblicato sul suo blog lo scorso 10 dicembre, in cui si invitavano tutte le forze dell’ordine, da Carabinieri a Polizia passando per l’Esercito, a «non proteggere più questa classe della gente» e a schierarsi invece dalla parte della gente. I tre fascicoli sarebbero stati riuniti, per competenza, dalla procura di Genova.   

Ma, a prescindere dal colore politico, continuano a fioccare le attestazioni di solidarietà per questo movimento che sta difendendo la sua terra da uno scempio ambientale. Torna ad esprimersi anche Erri De Luca, il noto scrittore che già aveva preso una posizione nettamente contraria all’Alta Velocità.  

Anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, esprime solidarietà ribadendo quanto quest’opera sia inutile e dannosa: “Basta con la criminalizzazione del dissenso, basta con la repressione delle sacrosante proteste contro questo progetto che è un ignobile spreco di soldi pubblici e un danno enorme per la popolazione e il territorio della Val Susa”.

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