Movimenti per la casa: 17 arresti per gli scontri attivisti-polizia a Roma

ROMA – Nella mattinata di oggi, sono stati notificate 17 misure di custodia cautelare per altrettanti attivisti dei movimenti per la casa avvenuti il 31 ottobre dello scorso anno.

Di quel giorno, ricordiamo che nei pressi di Palazzo Chigi, era nata una mobilitazione, la quale aveva come obiettivo di entrare alla Conferenza Stato-Regioni per far sì che venissero confermate le promesse fatte riguardo l’emergenza abitativa, in forte ascesa in moltissime città italiane, dal ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi dopo la manifestazione del 18-19 ottobre. La manifestazione che, come spesso accade, si trasformò in guerriglia urbana per colpa di qualche attivista di troppo, era stata bloccata dalle forze dell’ordine nei pressi di Via del Tritone, dove si stava svolgendo la conferenza e dove erano scaturiti i tafferugli e gli scontri, senza particolari gravità, ma la magistratura, su segnalazione della Digos, decise di aprire un procedimento contro i manifestanti più infervorati. Tra i reati più gravi contestati alle 17 persone troviamo “adunata sediziosa, rapina, violenza, resistenza e lesioni aggravate a danno di pubblici ufficiali” nonché il furto di uno sfollagente e di uno scudo in dotazione agli agenti di Polizia. I due leader dei comitati per il diritto alla casa, Paolo Di Vetta e Luca Faggiano, hanno ricevuto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Alcuni hanno l’obbligo di dimora con divieto di allontanamento dall’abitazione tra le 8 e le 14 (orario in cui abitualmente si svolgono le manifestazioni), altri l’obbligo di firma, tra cui un algerino, un marocchino e uno yemenita. 

 

Queste persone sono state tutte individuate grazie ai filmati della polizia scientifica: si vedono alcuni manifestanti spruzzare anche degli spray orticanti contro alcuni agenti. Il capo della Digos, Diego Parente, afferma: “Le immagini sono eloquenti e mostrano l’accanimento nei nostri confronti, una violenza preordinata con l’intenzione di arrivare allo scontro. Si tratta di una pagina non proprio edificante della libertà di espressione del pensiero, non può essere tollerata la violenza come è avvenuto in questa circostanza”. Il colonnello, Salvatore Cagnazzo, comandante del reparto operativo di Roma ha aggiunto: “C’e’ stata una cooperazione perfetta tra carabinieri e polizia, che ha portato a uno splendido risultato anche perché non era facile riconoscere alcuni personaggi autori delle aggressioni perché travisati”. Pronta la risposta del sindacato di base USB che accusa magistratura e polizia di repressione e li attacca in una nota, affermando: “Giovedì mattina a Roma e a Napoli sono stati effettuati oltre 50 provvedimenti restrittivi, nei confronti di rappresentanti dei movimenti per il diritto all’abitare, disoccupati e sindacalisti, tra cui esponenti di rilievo di As.i.a.-USB. A Roma la relazione è con la manifestazione del 31 ottobre, che i movimenti per il diritto alla casa avevano organizzato dopo le risposte negative del ministero delle Infrastrutture alle richieste poste dopo le mobilitazioni del 18 e 19 ottobre. L’USB richiede il ritiro di tutti i provvedimenti restrittivi e l’apertura di una riflessione generale sulla svolta autoritaria in atto nel Paese, che sta emergendo in modo sempre più evidente”.

ALESSANDRO ALLEVI

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