Berlusconi affidato ai servizi sociali. Sì dalla Procura

ROMA – È arrivato il giorno della verità per Silvio Berlusconi. Difatti, dalle cinque di oggi pomeriggio si è discusso della domanda di affidamento ai servizi sociali posta proprio dal leader di Forza Italia.

Bisogna ricordare, in proposito, che il primo agosto 2013 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna della Corte d’Appello, relativamente al processo Mediaset, a quattro anni di detenzione di cui tre coperti dall’indulto. È la prima volta che Berlusconi subisce una sentenza di condanna passata in giudicato. L’istanza di affidamento ai servizi sociali avanzata dal Cavaliere, che lo impegnerebbe per mezza giornata alla settimana, è stata discussa davanti al collegio presieduto da Pasquale Nobile de Santis, presidente del Tribunale di Sorveglianza. Berlusconi, su consiglio dei suoi legali, non si è presentato, ma ha affidato una sua memoria al collegio giudicante. Il Cavaliere aveva sentenziato: “Tenetevi pronti, perché se va come temo, scateniamo la fine del mondo”. Da queste parole si legge il timore di Silvio di essere relegato ai domiciliari, e quindi di essere automaticamente estromesso dalla campagna elettorale. Ma, a dire il vero, è già stata pronunciata due giorni fa, dalla Corte di Strasburgo, la sua non candidabilità. Il tempo stringe, infatti le liste devono essere presentate entro il 15 di questo mese, e quindi se il verdetto non dovesse arrivare per tempo il Cavaliere potrebbe non farcela. Anche se, dopo circa due ore di udienza, un prima risposta è arrivata: il sostituto procuratore generale, Antonio Lamanna, ha dato parere favorevole alla richiesta di affidamento ai servizi sociali. Adesso manca l’ultima parola del Tribunale di Sorveglianza, in quanto il parere della procura non è vincolante; intanto il presidente Pasquale Nobile de Santis ha detto che la decisione verrà comunicata da un minimo di cinque giorni a un massimo di 15 giorni. Prima che fosse reso pubblico il parere della procura, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha affermato che questa giornata non influenzerà il cammino delle riforme. E di seguito: “Abbiamo scelto di cambiare insieme le regole del gioco democratico, si è scelto di farlo insieme e mi auguro che Forza Italia e Berlusconi confermino questa scelta al di là delle determinazioni” che verranno decise dal Tribunale di Sorveglianza di Milano e “di cui prenderemo atto”. Se Berlusconi dovesse tirarsi indietro Delrio ha fatto sapere: “La nostra determinazione non cambia. Sarà anzi maggiore: servirà più impegno ma non vogliamo deludere gli italiani”. 

Renato Brunetta paragona Berlusconi a Aung San Suu Kyi, un “simbolo” che non si può imbavagliare, e il consigliere politico Toti  dichiara che “sarebbe una gravissima lesione della vita democratica” se si impedisse a Berlusconi di fare campagna elettorale. 

Interessanti sono le parole della deputata del Pd Ileana Argentin, affetta da amiotrofia spinale e da sempre attiva nel mondo del volontariato, con cui rigetta il suo orrore per la proposta, fatta dai legali di Silvio, di prestare servizio in un centro per disabili alle porte di Milano. Ecco la sua voce: “Nella precedente legislatura ero uno dei deputati di opposizione. Non solo non mi hai mai salutato e neanche guardato in faccia, ma hai fatto tutti i tagli possibili sui capitoli di bilancio della disabilità. Ma non ti vergogni? Quest’uomo pur di avere i servizi sociali che vuole sarebbe disposto ad avere a che fare per la prima volta anche con noi ‘sfigati’ […]. Non sottovaluti le nostre  intelligenze, non glielo permetterò mai. Faccia il politico, se crede, ma non usi i disabili per pulirsi la coscienza”.

Pochi minuti dopo la notizia Renzi ha commentato: “La Giustizia deve fare il suo corso”.    

 

 

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